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    A Parigi è stata aperta la prima stanza del buco del paese

    Le narcosale permettono ai tossicodipendenti di iniettarsi droghe sotto la supervisione dei medici, con l'obiettivo di ridurre il rischio di contagio

    Di TPI
    Pubblicato il 11 Ott. 2016 alle 18:22 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:37

    Martedì 11 ottobre è stata inaugurata a Parigi la prima “stanza del buco” del paese, una struttura dove i tossicodipendenti possono iniettarsi droghe pesanti sotto la supervisione di personale medico e infermieristico.

    La narcosala è stata visitata dal ministro della Sanità Marisol Touraine e dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, ed è stata allestita nell’ospedale Lariboisière, nei pressi della Gare du Nord, uno dei quartiere di Parigi più colpiti dalla dipendenza da stupefacenti.

    Creare “sale da consumo di droga a rischio minimo” è una sperimentazione già adottata da numerosi paesi, come Olanda, Danimarca, Spagna, Norvegia, Germania, Canada e Australia. Oggi se ne contano più di 90 in nove paesi. La Svizzera ha fatto da apripista, con la prima stanza da iniezione ufficiale aperta a Berna nel 1986.

    L’apertura della sala ha suscitato numerose polemiche da parte dell’opinione pubblica, ma dopo alcuni ritardi, il governo ha dato il via libera al progetto, portato avanti dalla Missione interministeriale di lotta contro le droghe e le tossicomanie.

    In questi spazi, i tossicodipendenti possono iniettarsi dosi di eroina e cocaina che si procurano da soli, senza correre il rischio di essere perseguiti legalmente. Il personale sanitario li assiste con strumenti sterili necessari per somministrarsi le dosi e controlla che non ci siano complicazioni dopo l’assunzione.

    L’obiettivo del governo è di fornire ai tossicodipendenti un’alternativa alla strada e ridurre il rischio di contagio da Aids e altre malattie infettive, tutelando così anche gli abitanti dei quartieri, che non trovano più le siringhe usate per le strade. 

    Secondo alcuni, tuttavia, il rischio è che non si tratti di offrire un’alternativa valida a coloro che fanno uso di droghe, ma anzi di contribuire alla loro dipendenza e di attirare nel quartiere altri tossicodipendenti e spacciatori.

    Nel 2011 la rivista scientifica The Lancet ha pubblicato uno studio in cui veniva dimostrato come a Vancouver, dopo l’introduzione delle narcosale, il numero di infezioni da strada sia calato del 50 per cento e il tasso di mortalità da overdose diminuito sensibilmente.

    In Italia non esistono stanze del buco. I Radicali proposero nel 2012 di aprire tre narcosale a Milano, ma senza successo, e ci riprovarono col supporto della sinistra nel 2014, ottenendo anche il sostegno della sezione di Prato del Movimento 5 Stelle.

    — LEGGI ANCHE: LE STANZE DEL BUCO
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