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    Pedofilia, svolta storica in Vaticano: Papa Francesco abolisce il segreto pontificio

    Papa Bergoglio promulga due decreti che modificano le regole in materia di riservatezza in Vaticano, per tutelare i minori vittime di abusi sessuali da parte di chierici

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 17 Dic. 2019 alle 13:24 Aggiornato il 17 Dic. 2019 alle 18:21

    Papa Francesco abolisce il “segreto pontificio”

    Papa Francesco ha abolito il “segreto pontificio” sui casi di abusi sessuali commessi da chierici sui minori. Una svolta storica effetto del decreto pubblicato oggi, martedì 17 dicembre, con cui si promulga un’Istruzione “Sulla riservatezza delle cause”.

    L’articolo 1 del documento, un rescritto a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, prevede che “non sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti” in materia di abusi su minori.

    La scelta rivoluzionaria arriva a meno di un anno dal summit sulla protezione dei minori convocato da Papa Francesco a febbraio scorso.

    “Viene annunciata oggi, martedì 17 dicembre, una decisione importante – che non è azzardato definire storica – a proposito del segreto pontificio”, commenta il direttore editoriale del Dicastero della Comunicazione, Andrea Tornielli, su Vatican News.

    “Ciò significa che le denunce, le testimonianze e i documenti processuali relativi ai casi di abuso conservati negli archivi dei Dicasteri vaticani come pure quelli che si trovano negli archivi delle diocesi, e che fino ad oggi erano sottoposti al segreto pontificio, potranno essere consegnati ai magistrati inquirenti dei rispettivi Paesi che li richiedano”.

    “Un segno di apertura, di disponibilità, di trasparenza, di collaborazione con le autorità civili”, sottolinea Tornielli.

    Secondo l’Istruzione, l’esclusione del segreto pontificio sussisterà anche quando “tali delitti siano stati commessi in concorso con altri delitti”.

    Come riportato dall’Ansa, l’articolo 3 specifica che “nelle cause di cui al punto 1, le informazioni sono trattate in modo da garantirne la sicurezza, l’integrità e la riservatezza, al fine di tutelare la buona fama, l’immagine e la sfera privata di tutte le persone coinvolte”: in sostanza, la soggezione di questi delitti al “segreto pontificio” viene fatta regredire al semplice “segreto d’ufficio” previsto a tutela della buona fama delle persone coinvolte.

    In ogni caso, secondo l’articolo 4, “il segreto d’ufficio non osta all’adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali, compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, nonché all’esecuzione delle richieste esecutive delle autorità giudiziarie civili“.

    Il che comporterà una migliore collaborazione con le magistrature dei diversi Stati e anche un più agevole espletamento dell'”obbligo di denuncia” da parte dei superiori nei casi di abusi, già previsto dalle altre normative introdotte da papa Francesco. “A chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni”, prevede infine l’articolo 5, “non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti di causa”.

    Le modifiche apportate da Francesco stabiliscono inoltre che il reato di pedopornografia sussiste fino a quando i soggetti ripresi nelle immagini hanno l’età di 18 anni, e non solo 14 com’era finora.

    Un altro importante effetto dei decreti sarà l’abolizione della norma secondo cui il ruolo di avvocato e procuratore, nelle cause per abusi in sede di Tribunali diocesani e Dottrina della fede, doveva essere adempiuto da un sacerdote. Ora potrà essere un laico.

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