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    Papa Francesco: “È il lavoro che dà dignità all’uomo, non il denaro”

    Papa Francesco. Credit: Getty Images

    Papa Francesco rafforza così l'idea di pastorale sociale ed economica da sempre portata avanti nel suo pontificato e sottolinea la centralità della persona anche nell'ambito del lavoro

    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 7 Set. 2018 alle 09:49 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:57

    “Sbaglia chi pensa che i soldi si fanno con i soldi: i soldi, quelli veri, si fanno con il lavoro”: questo il messaggio di Papa Francesco al centro di un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore.

    Il Pontefice nell’intervista ha lasciato intendere chiaramente che le basi per “un nuovo ordine economico” sono il lavoro e il genio creativo.

    Papa Francesco rafforza così l’idea di pastorale sociale ed economica da sempre portata avanti nel suo pontificato e sottolinea la centralità della persona anche nell’ambito del lavoro.

    “La persona che mantiene se stessa e la sua famiglia con il proprio lavoro sviluppa la sua dignità, il lavoro crea dignità”, ha evidenziato il Papa, “i sussidi, quando non legati al preciso obiettivo di ridare lavoro e occupazione, creano dipendenza e deresponsabilizzano”.

    È necessario per Francesco “uscire dall’economia dello scarto perché il lavoro crei lavoro e il denaro non sia un idolo”.

    “Non avere un progetto condiviso sulla riduzione delle diseguaglianze in un sistema sempre più globalizzato può determinare ‘l’economia dello scarto’, dove le stesse persone diventano ‘scarti'”, ha avvertito Papa Francesco.

    “Quando la persona non è più al centro, quando fare soldi diventa l’obiettivo primario e unico siamo al di fuori dell’etica e si costruiscono strutture di povertà, schiavitù e di scarti”, ha continuato il Pontefice.

    “Un’etica amica della persona diventa un forte stimolo per la conversione”, ha spiegato ancora il Papa, “abbiamo bisogno di conversione. Manca la coscienza di un’origine comune, di una appartenenza a una radice comune di umanità e di un futuro da costruire insieme. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita”.

    Secondo Francesco “si può dire che agire bene rispettando la dignità delle persone e perseguendo il bene comune fa bene all’azienda. C’è sempre una correlazione tra azione dell’uomo e impresa, azione dell’uomo e futuro di un’impresa”.

    E dall’intervista al Sole è emersa con forza anche la posizione del Pontefice rispetto al liberismo economico: “Una economia di scambio – ha sottolineato Papa Francesco – non può più poggiare esclusivamente sulla legge della libera concorrenza, anch’essa troppo spesso generatrice di dittatura economica. La libertà degli scambi non è equa se non subordinatamente alle esigenze della giustizia sociale”.

    Ma il Papa tocca anche il tema caldo dei migranti: “I poveri che si muovono fanno paura specialmente ai popoli che vivono nel benessere”.

    Il Pontefice ha invitato i migranti a essere “rispettosi della cultura e delle leggi del Paese che li accoglie per mettere così in campo congiuntamente un percorso di integrazione e per superare tutte le paure e le inquietudini”.

    “L’Europa ha bisogno di speranza e di futuro”, ha continuato ancora il Pontefice, “l’apertura, spinti dal vento della speranza, alle nuove sfide poste dalle migrazioni può aiutare alla costruzione di un mondo in cui non si parla solo di numeri o istituzioni ma di persone”.

    “Per queste persone che fuggono dalla miseria e dalla fame”, ha sottolineato ancora il Pontefice, “molti imprenditori ed altrettante istituzioni europee a cui non mancano genialità e coraggio, potranno intraprendere percorsi di investimento, nei loro Paesi, in formazione, dalla scuola allo sviluppo di veri e propri sistemi culturali e, soprattutto in lavoro”.

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