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    Otto attentatori suicidi si sono fatti esplodere in un villaggio cristiano in Libano

    Il governo di Beirut teme che possa essere l'inizio di una nuova ondata di attacchi. Gli attentatori provenivano dall'interno della Siria e non dai campi profughi

    Di TPI
    Pubblicato il 28 Giu. 2016 alle 15:02 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 09:11

    Otto attentatori suicidi hanno attaccato un villaggio libanese cristiano lunedì 27 giugno 2016 uccidendo cinque persone e ferendone decine.

    Le forze di sicurezza libanesi ritengono che il responsabile dell’attacco sul villaggio di Qaa, nella valle della Beqaa a ridosso del confine con la Siria, sia l’Isis anche se non c’è stata ancora rivendicazione.

    I primi quattro attentatori si sono fatti esplodere dopo le 4 di mattina, uccidendo cinque persone, tutte civili.

    Il primo di loro si è fatto saltare dopo essere stato affrontato da un residente locale e gli altri tre si sono fatti esplodere uno alla volta mentre altre persone arrivavano sul posto. L’esercito libanese ha riferito che tra i feriti ci sono anche quattro soldati.

    Gli altri quattro attentatori hanno colpito in serata mentre gli abitanti del villaggio si stavano preparando per i funerali delle persone uccise durante la mattina. Due di loro si sono fatti saltare fuori dalla chiesa di Sant’Elia. Questa volta, non ci sono state vittime ma almeno 15 persone sono rimaste ferite.

    Il ministro della salute libanese Wael Abu Faour ha commentato l’episodio come “infernale”.

    Il capo del consiglio locale di Qaa ha invitato i residenti a rimanere a casa e sparare a chiunque sembri sospetto. Nel frattempo, il governatore della provincia ha imposto un coprifuoco sui rifugiati siriani che abitano nell’area.

    I servizi di sicurezza libanesi sono in stato di allerta a causa degli attacchi dei miliziani delle ultime settimane. Il sedicente Stato islamico ha sollecitato i suoi seguaci a compiere attacchi contro i “miscredenti” durante il mese sacro musulmano di Ramadan cominciato la prima settimana di giugno.

    Il Libano è stato scosso da attacchi legati alla guerra nella vicina Siria dove il gruppo libanese sciita Hezbollah sta combattendo in sostegno del presidente Bashar al-Assad.

    Il leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah ha parlato venerdì della minaccia posta dai militanti che operano sul confine tra Siria e Libano, dicendo che stanno preparando autobombe per colpire sul territorio libanese.

    Il governo libanese è preoccupato dell’intensificarsi degli attacchi terroristici e riferendosi agli otto attentatori suicidi di Qaa ha parlato di un “modo inconsueto” di colpire che rappresenta una nuova fase “dello scontro tra lo stato libanese e il terrorismo”.

    Il primo ministro Tamman Salam “ha espresso la sua paura che quello che è successo a Qaa sia l’inizio di una nuova ondata di operazioni terroristiche in zone diverse del Libano”, ha riferito il ministro per l’Informazione Ramzi Jreij dopo una riunione del governo.

    Il ministro degli Interni Nohad Machnouk ha dichiarato che gli attentatori provenivano dal territorio siriano e non dai campi profughi che ospitano i rifugiati siriani (che in Libano sono oltre un milione).

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