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    Un’organizzazione no-profit paga le donne tossicodipendenti per farle sterilizzare

    Uno dei manifesti di Project Prevention

    L'obiettivo sarebbe quello di salvaguardare la vita dei bambini e di aiutare queste donne a uscire dal tunnel dalle droghe, ma l'organizzazione è stata accusata di violare i diritti umani

    Di Francesca Loffari
    Pubblicato il 30 Ott. 2017 alle 16:55 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:33

    “Non lasciare che una gravidanza rovini la tua tossicodipendenza” è uno degli slogan che si possono leggere in alcune cliniche del North Carolina, negli Stati Uniti, dove un’organizzazione no-profit offre denaro a donne tossicodipendenti per farle sterilizzare.

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    La promotrice di Project Prevention, Barbara Harris, 64 anni, ha intrapreso la sua missione dopo aver adottato quattro bambini da una madre dipendente da crack, a Los Angeles.

    Harris offre un compenso di circa 300 euro alle donne che decidono di farsi sterilizzare, come forma di controllo delle nascite a lungo termine. L’offerta è rivolta anche agli uomini per la pratica della vasectomia. Tuttavia, delle 4,097 persone che sono state pagate, solo 72 erano uomini.

    La linea della signora Harris è chiara, come si capisce dalle sue dichiarazioni al Dailymail: “Il controllo a lungo termine delle nascite permette alle donne di non preoccuparsi di eventuali gravidanze e di concentrare i loro sforzi sulla disintossicazione dalle droghe”.

    L’organizzazione, fondata nel 1996, è stata accusata di violazione dei diritti umani e dei principi della bioetica. A tal proposito Arthur L. Caplan, professore di bioetica presso la New York University, ha definito come “eticamente bizzarro” il fatto che forme di sterilizzazione permanente siano accompagnate da un ritorno economico. Qualsiasi decisione che riguarda la salute, a suo parere, dovrebbe essere presa in totale libertà dal paziente, senza alcuna forma di pressione.

    I tossicodipendenti che intendono accettare l’offerta di Project Prevention possono contattare l’organizzazione e chiedere maggiori dettagli. Ricevono a quel punto dei documenti da portare ai loro medici, che attestano lo stato di dipendenza del paziente da alcool o droghe. A seguito della sterilizzazione, i documenti firmati dai medici curanti vengono rispediti all’organizzazione, che solo allora sblocca il pagamento.

    Barbara Harris racconta l’episodio di una donna di Detroit che aveva dato alla luce il suo tredicesimo figlio, e che si rifiutava di essere sterilizzata per poter diventare ancora madre. Harris l’ha fatta raggiungere dai suoi volontari, le ha offerto 500 euro e la donna si è lasciata chiudere le tube. “Quel giorno ho festeggiato”, ha dichiarato.

    Nel 2010 Project Prevention riceveva più di mezzo milione di dollari in donazioni. Harris ama rimarcare il fatto di non aver mai dovuto cercare denaro, perché è sempre stato il denaro a trovare lei. Uno dei suoi più grandi finanziatori è il miliardario repubblicano Richard Scaife, come si legge sul Theguardian.

    Harris è stata accusata anche di razzismo, in quanto i principali utenti del servizio sono afro-americani. Tuttavia, il marito della donna è nero, così come i suoi figli, avuti da due diversi uomini. Harris non ha mai fatto uso di stupefacenti, a differenza di suo padre e di suo fratello, e lascia che i suoi figli partecipino attivamente alla missione di Project Prevention.

    Nonostante il suo progetto sia per molti aspetti controverso e oggetto di dure critiche, la Harris non ha dubbi sull’importanza della sua missione: “Ho il potere di prevenire gli abusi sui bambini. È un grande potere ed è esercitato a fin di bene. Nessuno può convincermi del contrario”.

     

     

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