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    La Turchia concede al fondatore del PKK Abdullah Ocalan la prima visita in prigione dopo 2 anni

    Abdullah Ocalan
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 13 Gen. 2019 alle 18:23 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:21

    Abdullah Ocalan, rivoluzionario di sinistra e leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) , ha ottenuto il suo primo visitatore in più di due anni di prigione.

    Visite fraterne – Al fratello del leader, Mohammed Ocalan, è stato permesso di visitare Abdullah sabato nella prigione di Imrali Island nel Mar di Marmara, dove è stato incarcerato dal 1999. Mohammed Ocalan ha detto che suo fratello è in buona salute. La notizia della visita è stata confermata dal nipote Omar Ocalan e Parvin Buldan, presidente del Partito democratico popolare filo-curdo (HDP), che in precedenza aveva mediato il PKK con lo stato turco.

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    Regole della Turchia – Lo stato turco ha stabilito nel settembre 2016 che Ocalan non avrebbe più potuto ricevere visitatori, compresi i familiari. Ai suoi avvocati non è stato permesso di incontrare il leader del PKK da luglio 2011, nonostante le 768 richieste di vedere il loro cliente.

    Chi è – Ocalan ha fondato il PKK negli anni ’80, guidando una rivolta armata contro lo stato turco per ottenere maggiori diritti politici e culturali del popolo curdo. Le spie turche lo catturarono a Nairobi con l’assistenza della CIA. La sua lotta è sostenuta dall’ideologia di sinistra del confederalismo democratico. Le sue idee hanno influenzato i gruppi di opposizione curdi in Siria, Iraq e Iran.

    Scioperi non violenti – Non è chiaro perché lo stato turco abbia scelto ora di consentire la visita della famiglia, poiché la sua retorica contro il PKK è diventata sempre più minacciosa e le sue operazioni transfrontaliere nel nord della Siria e nella regione del Kurdistan in Iraq si sono intensificate. Forse è stato determinante lo sciopero della fame del deputato.

    La situazione geopolitica – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato a dicembre l’imminente ritiro dei 2mila soldati americani nel nord della Siria, dove hanno sostenuto le forze democratiche siriane a guida curda (SDF) nella lotta contro l’ISIS. Le Unità di protezione del popolo curdo (YPG), che costituiscono la spina dorsale del SDF, temono che la Turchia li attaccherà non appena le forze statunitensi si ritireranno.

    Qui abbiamo parlato del libro “Siria:la fine dei diritti umani”

    Gli attacchi di Ankara – Ankara ha ripetutamente affermato che intende marciare ad est del fiume Eufrate e distruggere il YPG, che considera un’estensione del PKK. La Turchia ha anche continuato a lanciare attacchi aerei e aree di granate nella regione settentrionale dell’Iraq del Kurdistan e ha chiesto ai governi di Erbil e Baghdad di costringere il Pkk a ritirarsi dai suoi nascondigli di montagna a Qandil.

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