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    Nuovi tagli in Grecia

    15 mila dipendenti pubblici saranno licenziati entro il 2014, come parte delle condizioni per ricevere nuovi aiuti internazionali

    Di Michele Teodori
    Pubblicato il 30 Apr. 2013 alle 11:48 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:51

    Il Parlamento greco ha approvato una legge che prevede il licenziamento di 15 mila dipendenti pubblici entro il 2014 come parte delle misure di austerità imposte dai creditori internazionali del Paese per ottenere ulteriori prestiti di salvataggio.

    Con la nuova legge circa 2 mila dipendenti pubblici perderanno il lavoro entro la fine del mese di giugno, altri 2 mila entro la fine dell’anno, e ulteriori 11 mila entro la fine del 2014.

    Dopo un acceso dibattito nel corso della sessione di emergenza di domenica scorsa, 168 deputati hanno votato per il disegno di legge, con 123 voti contrari e una astensione. L’opposizione non è riuscita a fermare i tagli, ritenuti necessari dal governo per mantenere a galla il Paese.

    La nuova legge permetterà di accelerare le procedure di licenziamento. I più colpiti saranno i dipendenti richiamati per corruzione o incompetenza. Scritta in un unico articolo per costringere i parlamentari ad adottare insieme tutte le sue disposizioni, la legge estende anche le ore di lavoro settimanali per gli insegnanti, apre una serie di professioni alla concorrenza e crea nuove scadenze per il pagamento di tasse non pagate, destinate ad aiutare il governo nel recupero di miliardi di euro evasi in questi anni. I partiti di opposizione hanno condannato l’introduzione di un emendamento dell’ultimo minuto che ha portato lo stipendio minimo mensile da 580 a 490 euro.

    La nuova legge ribalta quella che era stata una garanzia di un posto di lavoro a vita per i lavoratori nel settore pubblico. Circa 800 persone si sono riunite al di fuori del parlamento per protestare contro il provvedimento in una manifestazione indetta dai sindacati.

    La Confederazione dei sindacati del settore pubblico Adedy ha condannato quello che ha definito i “lo smantellamento del servizio pubblico e la distruzione dello stato sociale”.

    Il sindacato Gsee ha detto che il disegno di legge peggiorerà ulteriormente il tasso di disoccupazione disastroso della Grecia, che attualmente si attesta al 27 per cento.

    Ridurre i numeri di impiegati del settore pubblico è una condizione posta alla Grecia dalla cosiddetta “troika” dei creditori – Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea – per sbloccare ulteriori prestiti per 8,8 miliardi di euro.

    L’Ue e il Fmi hanno impegnato un totale di 240 miliardi di euro in prestiti di salvataggio dal 2010, con il Paese pesantemente indebitato obbligato a perseguire misure di austerità in cambio degli aiuti internazionali di cui ha bisogno per evitare il fallimento. I ministri delle Finanze della zona euro sono tenuti a decidere la prossima rata di aiuti per la Grecia in una riunione il 13 maggio. Il ministro delle Finanze greco Yannis Stournaras ha detto che la sessione di emergenza era necessaria perché i suoi omologhi della zona euro “devono prendere una decisione su nuovi aiuti di cui la Grecia ha bisogno per pagare stipendi e pensioni”.

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