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    Nuovi raid in Siria, bombardato un ospedale ad Afrin: almeno 18 morti

    Credit: Ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 14 Giu. 2021 alle 11:57

    Si inaspriscono i bombardamenti aerei in Siria dove, nelle ultime ore, centinaia di persone sono in fuga da alcune località nel nord-est del Paese, la zona fuori dal controllo delle truppe di Damasco. A riferirlo è l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui sono 350 le famiglia in fuga dalla regione di Jabal Zawiya, a sud-ovest di Idlib, sotto influenza turca.

    La zona è sottoposta a un cessate il fuoco negoziato da Turchia e Russia e in vigore dal marzo del 2020, ma da giorni sono ripresi gli attacchi di artiglieria e aerei governativi contro postazioni di miliziani anti-governativi sostenuti dalla Turchia.

    Sabato 12 giugno, due distinti raid hanno colpito la città di Afrin, nel nord della Siria. Secondo fonti mediche locali citate da Ap il primo attacco ha colpito una zona residenziale della città, mentre il secondo ha colpito l’ospedale di al-Shifaa ferendo tra gli altri anche quattro medici.

    Credit: syria.liveuamap

    Nel bombardamento sono morte almeno 18 persone, quasi tutti pazienti e dipendenti dell’ospedale. Sono state ferite almeno 23 persone. La città di Afrin dal 2018 è controllata dalle forze turche alleate con alcuni gruppi di ribelli siriani – dopo che per anni era stata governata dai curdi – ed è in conflitto sia con le forze fedeli al regime dittatoriale di Bashar al-Assad, che sta cercando di riconquistare tutto il territorio del paese, sia con i curdi, che controllano aree non lontane.

    Le elezioni in Siria

    Due settimane fa in Siria si sono tenute le elezioni presidenziali. Bashar al-Assad è stato rieletto alla guida del Paese per altri sette anni con il 95,1% dei voti. La sua conferma era data per scontata alla vigilia. Il voto era stato aspramente criticato da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione europea che avevano definito le elezioni una farsa, per l’assenza di veri candidati di opposizione e di verifiche indipendenti sul processo. Assad, che ottiene il quarto mandato, aveva detto che queste accuse erano “prive di valore”. I due candidati rivali, Abdallah Salloum Abdallah e Mahmud Marei, che non avevano alcun credito presso l’opposizione, né visibilità in campagna elettorale, hanno ottenuto rispettivamente l’1,5% e il 3,3% dei consensi.

    Le elezioni presidenziali si sono svolte nelle zone controllate dalle forze governative, insieme a quelle russe e iraniane. Assad governa in modo autoritario dal 2000, da quando ha ereditato la posizione dal padre Hafez, al potere dal 1970.

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