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    “Tutti pensano a Djokovic, ma io sono qui da nove anni”: lo sfogo del rifugiato dalla prigione di Novak

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 8 Gen. 2022 alle 12:22

    Qual è la verità su Novak Djokovic? Il numero uno del tennis mondiale in queste ore viene trattato come un prigioniero o come un libero cittadino in attesa dell’ok per entrare in Australia? Mentre la madre del campione denuncia trattamenti da prigioniero e la Serbia parla di “una trappola per umiliarlo”, le autorità australiane precisano che Novak è libero di tornare in Serbia quando vuole e anzi “le autorità le guardie di frontiera lo aiuteranno a partire”. Insomma, nessun impedimento a prendere un aereo e lasciare il Paese.

    Il braccio di ferro tra Djokovic e le autorità australiane intanto ha attirato l’attenzione sugli altri “ospiti” del Park Hotel, l’albergo di Melbourne adibito a centro di detenzione per rifugiati a cui si è aggiunto Novak in attesa di capire se potrà giocare all’Open di Australia o dovrà tornare in Serbia per il suo apparente rifiuto di vaccinarsi. “Djokovic si dichiara un prigioniero perché passerà qui dentro nove ore o magari nove giorni, ma alcuni di noi ci sono da nove anni. Tutti adesso chiedono come si trova Novak, ma non chiedono di noi, che siamo trattenuti in questo posto da mesi e anni”, le parole di Mehdi Ali, un profugo iraniano che ha presentato richiesta di asilo ma è di fatto prigioniero dell’hotel dal 2013, al Guardian. “Non abbiamo mai visto tanti giornalisti e tante telecamere”, ha affermato, “che delusione rispetto all’interesse nei nostri confronti”.

    “Ho compiuto qui 16 anni, 17, 18, 19, 20 e via di seguito”, le parole di Mehdi Ali. “Cerco di trovare il modo di riempire le mie giornate per sopravvivere. Se riesco a dormire, dormo più che posso, altrimenti fumo una sigaretta, guardo un film, leggo un libro. Ma in genere non faccio nulla, rimango steso nel letto a occhi aperti”. Appartenente all’etnia araba awhazi, una minoranza perseguitata in Iran, nel 2013 i familiari lo aiutarono a emigrare clandestinamente per via di mare, nella speranza di trovare una vita migliore dall’altra parte del mondo. Da allora è stato detenuto in base alle leggi australiane, a Nauru, a Brisbane e soprattutto a Melbourne, senza trascorrere un solo giorno di libertà pur non essendo incriminato per alcun reato.

    La struttura

    Ma dove si trova esattamente Novak Djokovic? Acquistato due anni orsono per 35 milioni di dollari da uno dei maggiori gruppi immobiliari nazionali, il Park Hotel di Melbourne aveva ambizioni differenti, ma le sue 107 stanze sono diventate prima un albergo per la quarantena obbligata durante il lockdown per il Covid e quindi un carcere per immigrati in attesa di una decisione sul loro status. La maggior parte di quelli che vi sono alloggiati attualmente proviene da Nauru, l’isola dell’Oceania a lungo sede di un controverso campo di prigionia australiano offshore, da dove sono stati trasferiti per lo più per ragioni mediche. Ufficialmente è un “campo di detenzione alternativo” utilizzato dal governo di Canberra. Ma la maggioranza di coloro che vi risiedono non ha ricevuto le cure mediche promesse…

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