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    No vuol dire no: in Germania si vota per riformare la legge sullo stupro

    Al Bundestag è in approvazione una legge nota come “lo statuto del ‘no’ vuol dire ‘no’”, che ampli la definizione giuridica di ciò che può essere punibile come stupro

    Di TPI
    Pubblicato il 7 Lug. 2016 alle 10:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:15

    Al parlamento tedesco è in corso di approvazione una proposta di legge ormai nota come “lo statuto del ‘no’ vuol dire ‘no’”, che ampli la
    definizione giuridica di ciò che può essere punibile come stupro.

    Secondo la legge attualmente vigente, che rientra nella
    sezione 177 del codice penale tedesco, affinché un atto di violenza possa
    essere definito stupro, la vittima deve aver provato a difendersi dal suo
    assalitore.

    Se invece il rifiuto è stato un semplice “no” inteso come
    rifiuto verbale, l’imputato non può essere condannato, il che ha fatto sì,
    secondo diverse associazioni di supporto alle vittime di violenza sessuale, che
    molti stupratori siano riusciti a non pagare per il proprio crimine.

    Secondo gli attivisti che si occupano del tema, la Germania
    è ancora indietro quando si tratta di leggi sullo stupro, basti pensare che lo
    stupro coniugale è diventato un reato penale solo nel 1997.

    Uno dei motivi che hanno accelerato la legge sarebbe l’ondatadi attacchi di capodanno a Colonia, che ha sconvolto la popolazione tedesca sia
    subito dopo gli eventi che quando si è saputo che solo pochi degli aggressori
    sono stati effettivamente condannati.

    Gli attacchi sono infatti stati l’ispirazione per una
    campagna di riforma della legge pubblicizzata con l’hashtag #NeinHeisstNein (“No
    vuol dire no”).

    Un altro caso che ha fatto clamore sull’argomento è stato
    quello della modella tedesca Gina-Lisa Lohfink, multata con 24mila euro per
    falsa testimonianza dopo aver accusato due uomini di averla drogata e stuprata,
    nonostante esistesse un video dell’accaduto in cui si poteva sentire la donna
    dire “Smettetela” e “No!”.

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