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    Migranti, Msf: “I bambini detenuti sull’isola di Nauru sono disperati e tentano il suicidio”

    Il governo dell'isola, che si trova a più di 3mila chilometri a nord-est dalle coste australiane, ha chiesto a Medici Senza Frontiere di interrompere le attività di supporto psicologico per i richiedenti asilo. La denuncia: "Vite umane a rischio"

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 11 Ott. 2018 alle 15:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:25

    Il governo di Nauru, l’isola del Pacifico che si trova a più di 3mila chilometri a nord-est dalle coste australiane, ha chiesto di sospendere entro 24 ore ogni attività dell’équipe di Medici Senza Frontiere, che garantisce i servizi di sostegno e di assistenza per i rifugiati e i richiedenti asilo fermi sull’isola da oltre cinque anni.

    Sulla più piccola Repubblica indipendente del mondo, si trovano 900 richiedenti asilo e rifigiati, inclusi 115 bambini.

    Sono bloccati da più di cinque anni, senza un processo e la possibilità di essere ricollocati. Le loro condizioni psicologiche sono “al di là della disperazione”, denuncia Medici Senza Frontiere, che chiede la loro evacuazione e la fine della politica australiana di detenzione extraterritoriale.

    “Cinque anni sono molti, troppi, non importa quale fascia di età essi tocchino”, dichiara Sara Giorgi, psicologa che ha lavorato sull’isola.

    “Molti dei giovani presenti sull’isola, arrivati adolescenti, si sono trovati in una condizione di stallo. Non possono studiare e anche le possibilità di lavoro sono estremamente limitate. In una parola: non c’è futuro, né c’è certezza sul se, quando e dove questo futuro possa riprendere da dove è stato interrotto”, ha aggiunto.

    Una condizione di disperazione tale, denuncia Msf, che molti rifugiati hanno avuto episodi di autolesionismo e hanno tentato di togliersi la vita. Alcuni bambini, denunciano gli operatori umanitari, hanno dichiarato all’équipe medica che preferirebbero morire piuttosto che continuare a vivere sull’isola.

    “Particolarmente scioccante è la condizione di tanti bambini che soffrono della sindrome da astinenza traumatica, in cui la loro condizione peggiora al punto che sono incapaci di mangiare, bere o muoversi”, ha detto lo psichiatra Beth O’Connor.

    “È assolutamente vergognoso sostenere che il supporto piscologico di MSF non è più necessario. La salute mentale dei rifugiati trattenuti a tempo indeterminato a Nauru è critica. Negli ultimi 11 mesi ho visto un allarmante numero di tentativi di suicidio ed episodi di autolesionismo tra le donne, gli uomini e i bambini rifugiati e richiedenti asilo che curiamo”, ha aggiunto.

    “I nostri pazienti spesso descrivono la loro situazione come peggiore di quella di una prigione dove almeno sai quando potrai uscire”, continua O’Connor.

    “Mentre, secondo il mio giudizio professionale, non c’è soluzione terapeutica per questi pazienti fin quando saranno intrappolati sull’isola. Temo che il ritiro dell’assistenza psichiatrica e psicologica da Nauru costerà vite umane”.

    L’Australia impone leggi molto severe ai richiedenti asilo, che siano adulti o bambini. I richiedenti asilo sono rinchiusi in centri di detenzione fuori dai confini australiani in isole e nazioni dell’Oceania, tra cui Nauru, durante il periodo in cui le loro domande vengono prese in considerazione. Possono rimanere nei centri per oltre 18 mesi e, come denunciato da Msf, sono a  Nauru da cinque anni.

    Il centro detenzioni dell’isola-stato di Nauru è sotto i riflettori da anni a causa di polemiche riguardo le condizioni di vita dei profughi al suo interno. La recente pubblicazione di uno studio condotto dall’ex commissario dell’integrità Philip Moss, ha rivelato gli abusi subiti dai detenuti e le pessime condizioni di vita al centro.”

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