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    Google ha ricevuto una multa record di 4,3 miliardi dall’Unione Europea

    Credit: Getty Images

    L'accusa è di aver abusato della posizione dominante del suo sistema operativo Android per battere la concorrenza. L'azienda Google aveva già ricevuto nel 2017 una multa di 2,4 miliardi di euro

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 18 Lug. 2018 alle 12:14 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:33

    La Commissione europea ha comminato una multa da 4,3 miliardi di euro all’azienda Google.

    L’accusa è di aver abusato della posizione dominante del suo sistema operativo Android, secondo quanto rivelato dal giornale statunitense Wall Street Journal, che cita fonti di Bruxelles.

    La decisone della Commissione fa seguito a un’indagine di 3 anni e la sentenza dovrebbe presto essere confermata dall’Antitrust europeo.

    L’azienda Google aveva già ricevuto nel 2017 una multa di 2,4 miliardi di euro con l’accusa di aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi “Google Shopping” a scapito dei suoi concorrenti.

    Se anche la sanzione imposta oggi dalla Commissione venisse confermata, Google dovrebbe pagare 6,7 miliardi di euro.

    Inoltre, la Commissione antitrust guidata da Margrethe Vestager ha avviato una terza indagine sulla pubblicità dell’azienda pubblicitaria AdSense.

    La Commissione europea ha iniziato a esaminare il caso di Android nell’aprile del 2015, a seguito di una denuncia di Fairsearch, un gruppo commerciale che inizialmente contava tra i suoi membri le aziende Microsoft, Nokia e Oracle.

    In quel periodo, Android deteneva una quota del 64 per cento del mercato europeo dei cellulari, secondo quanto stabilito dalla società di ricerca Statcounter.

    Da allora, le quote dell’azienda hanno raggiunto il 74 per cento.

    Dopo aver analizzato il caso, la Commissione ha presentato tre diverse accuse di comportamento anticoncorrenziale.

    Google è accusata di aver chiesto ai produttori di telefoni e tablet Android di impostare il proprio motore di ricerca come predefinito e preinstallare il browser Chrome, prima di permettere loro di offrire l’accesso al proprio app store.

    L’azienda, secondo quanto stabilito dalla Commissione, ha impedito ai produttori di vendere dispositivi mobili basati che avessero sistemi operativi concorrenti, come il codice open source di Android.

    Inoltre, Google ha fornito ai produttori di dispositivi e alle reti mobili degli incentivi finanziari per fornire il proprio servizio di ricerca come unica opzione preinstallata.

    L’azienda si è difesa affermando che non ha mai obbligato i produttori ha preinstallare i suoi servizi e che la distribuzione di Google Search e del Play Store gli hanno permesso di offrire i suoi servizi gratuitamente.

    “L’approccio della commissione  significherebbe meno innovazione, meno scelta, meno concorrenza e prezzi più alti”, ha commentato il capo degli Affari globali nel 2016.

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