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    Cosa si sa sulla morte di Giulio Regeni

    Tutto quello che sappiamo finora sulla morte del giovane ricercatore italiano

    Di TPI
    Pubblicato il 5 Feb. 2016 alle 14:11 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:16

    Il corpo di Giulio Regeni, studente italiano di 28 anni scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016, è stato ritrovato senza vita alla periferia della capitale egiziana dieci giorni più tardi, il 4 febbraio. 

    Il cadavere del giovane ricercatore è stato rinvenuto seminudo, con visibili segni di tortura. Regeni veniva dal Friuli Venezia-Giulia, studiava per un dottorato a Cambridge, nel Regno Unito, e si trovava in Egitto per una tesi sull’economia del paese. 

    Sulla sua morte ci sono numerose versioni discordanti. Qui di seguito abbiamo cercato di fare ordine sulla vicenda.

    Le reazioni diplomatiche 

    Mercoledì 3 febbraio una nota del ministero degli Affari Esteri italiano annunciava che il corpo senza vita di un giovane era stato ritrovato al Cairo, appartenente con buona probabilità a Giulio Regeni, ricercatore italiano, scomparso il 25 gennaio 2016. 

    La Farnesina, inizialmente in attesa di una conferma ufficiale da parte delle autorità egiziane, aveva espresso le sue profonde condoglianze alla famiglia del giovane. 

    Giovedì 4 febbraio il ministero degli Affari Esteri italiano ha confermato ufficialmente la morte del giovane ricercatore, originario di Fiumicello, in provincia di Udine, nel Friuli Venezia-Giulia.

    Regeni si trovava dal mese di settembre 2015 al Cairo per portare avanti un dottorato di ricerca per l’Università di Cambridge. 

    La Farnesina ha così convocato l’ambasciatore egiziano a Roma, Amr Mostafa Kamal Helmy, il quale ha espresso profondo cordoglio per la morte di Regeni e ha assicurato che “l’Egitto coopererà pienamente nella ricerca dei responsabili dell’atto criminale”.

    Il ministro italiano Gentiloni ha chiesto il rimpatrio in tempi brevi della salma di Regeni e ha sollecitato il governo egiziano affinché fosse aperta un’indagine congiunta per accertare la verità sulla morte del dottorando, in collaborazione con esperti italiani.

    Una squadra di sette investigatori della polizia di stato italiana, dei carabinieri e dell’Interpol dovrebbe recarsi al Cairo per seguire da vicino le indagini. 

    Le versioni discordanti 

    Il corpo di Giulio Regeni è stato rinvenuto in un fosso alla periferia del Cairo nella notte di mercoledì 3 febbraio, giorni dopo che il governo italiano aveva annunciato la sua preoccupazione per la scomparsa del ragazzo.

    Il procuratore egiziano Ahmed Nagi, che ha dispiegato sul campo una squadra investigativa, ha dichiarato che sul corpo del giovane erano stati rinvenuti segni di percosse e che le orecchie erano state mozzate, stabilendo così “una morte lenta”. 

    Una fonte interna all’ufficio del procuratore egiziano – rimasta anonima – ha precisato che il cadavere di Regeni era stato rinvenuto sulla strada Desert Road che collega il Cairo alla città di Alessandria.

    Nello specifico, il corpo del giovane era stato trovato sul cavalcavia nella zona di Hazem Hassan della Città del 6 ottobre al Cairo.

    Il cadavere mostrava segni di trascinamento sul terreno. La fonte ha anche aggiunto che sul corpo di Regeni non c’erano ferite di un’arma da taglio, ma segni riconducibili a bruciature di sigaretta. 

    Il rapporto di un’autopsia preliminare eseguita sul corpo del giovane è stata consegnato giovedì 4 febbraio all’ambasciata italiana al Cairo. Gli esami sul cadavere di Regeni sono stati effettuati presso l’ospedale italiano Umberto I della capitale egiziana. 

    Il vice capo delle indagini in corso, Alaa Azmi, ha tuttavia dichiarato che la morte di Regeni era stata invece causata da un incidente stradale. Sul rapporto forense, il funzionario non ha menzionato ustioni.

    “Dobbiamo attendere l’intero rapporto degli esperti forensi. Ma ciò che finora sappiamo è che si è trattato di un incidente” ha sottolineato Azmi. 

    Inoltre, un avvocato egiziano e attivista appartenente alla fondazione araba dei diritti civili e politici Nidal si è recato presso la camera mortuaria Zeinhom, nel quartiere di Sayeda Zeinab, al Cairo, chiedendo di esaminare un cadavere.

    Dopo un diverbio con la polizia, è stato consentito all’uomo di poter vedere solo il volto del ragazzo. Secondo l’attivista, la fisionomia del viso coincideva con quella ritratta sulle foto che mostravano Giulio Regeni, fornite da un gruppo di amici. 

    Testimonianze e mobilitazione su Twitter

    La scomparsa del giovane viene fatta risalire al 25 gennaio. Gli amici hanno dichiarato che Giulio Regeni aveva lasciato il suo appartamento alle 20 ora locale, per prendere la metro e recarsi da un amico. In un’intervista rilasciata al Corriere della Seraun’amica di famiglia ha ricordato una conversazione via Skype avvenuta domenica 24 gennaio dove erano presenti anche i genitori del ragazzo.

    (Qui sotto una ricostruzione degli ultimi movimenti del giovane. Credit: Ansa)

    Inizialmente, si è sospettato che il giovane fosse stato catturato in un raid della polizia contro i manifestanti. Infatti, il 25 gennaio ricorre il quinto anniversario della rivoluzione egiziana di Piazza Tahrir.

    Intanto, la salma di Giulio Regeni arriverà all’aeroporto di Fiumicino sabato 6 febbraio, secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa.

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