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    Vertice Ue, salta l’accordo sulla riforma del regolamento di Dublino

    Salta l'accordo sulla riforma del regolamento di Dublino

    L'Italia e altri 10 paesi hanno respinto la bozza di riforma presentata dalla presidenza bulgara. Adesso si attende il vertice del Consiglio europeo di giugno 2018

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 5 Giu. 2018 alle 17:22 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:35

    I ministri dell’Interno dei paesi membri dell’Unione europea si sono riuniti oggi, 5 giugno, a Lussemburgo per discutere di immigrazione.

    L’incontro di oggi doveva partire dalle riforme approvate dalla Commissione e dal Parlamento europeo, secondo cui il Paese di arrivo non deve più essere automaticamente responsabile per le richieste.

    I ministri hanno discusso anche la “bozza zero” presentata dalla presidenza bulgara del Consiglio europeo, eliminano alcune proposte innovative inserite dal Parlamento come le quote obbligatorie di ripartizione con 250mila euro di penale per ogni richiedente asilo rifiutato e soprattutto la fine del principio del paese di primo ingresso.

    Italia, Spagna, Germania, Austria, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca hanno espresso oggi la loro contrarietà alla riforma bulgara.

    Dopo il No di questi paesi, la possibilità di giungere ad un accordo in breve tempo è definitivamente sfumata.

    Significativa la posizione assunta dalla Germania, che si è detta”critica” su alcuni punti della bozza di riforma del regolamento di Dublino presentato della presidenza bulgara. “Così com’è” non piò essere approvata, ha spiegato il segretario di Stato agli Interni tedesco, Stephan Mayer.

    L’Italia, continua Mayer, non è l’unico paese europeo a opporsi alla riforma proposta della Bulgaria. “Le critiche vengono anche dai Paesi di Visegrad e anche la Germania critica alcuni punti specifici”.

    “Noi siamo aperti a una discussione costruttiva sulla proposta della presidenza bulgara, ma allo stato attuale non la accetteremo”.

    A dare conferma della mancata approvazione della riforma del regolamento è stato anche il sottosegretario di Stato belga e responsabile dell’Immigrazione, Theo Francken.

    “La riforma delle regole di Dublino è morta”, ha detto il politico belga.

    “Non c’è base sufficiente per proseguire la discussione. Diversi Paesi hanno espresso reticenze importanti. C’è una grande mancanza di fiducia nell’Ue, non posso immaginare un contesto che permetta un compromesso al Consiglio europeo”.

    “Non c’è nemmeno una maggioranza qualificata”. È molto probabile, quindi, che non si raggiunga un’intesa entro la fine del mese, quando ci sarà il vertice del Consiglio dei ministri.

    Proseguendo con le sue dichiarazioni, il sottosegretario Francken ha spiegato come il no dell’Italia, della Germania e dell’Austria abbia avuto un ruolo fondamentale nel bloccare l’approvazione della riforma del regolamento.

    Francken si è anche rivolto al ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, chiedendogli di “smettere di accettare delle imbarcazioni (di migranti, ndr) in Sicilia e in Italia” per “cessare di incitare al traffico e di lasciare arricchirsi le mafie”.

    Il Belgio, sottolinea, non vuole “più immigrazione illegale. Diciamo come gli italiani: Basta cosi’!”.

    “L’Italia è obbligata a salvare i migranti in mare, e deve accoglierli, senza poterli rimpatriare in Libia o altrove. Ma finché ciò sarà possibile, avremo il caso. Dobbiamo poter respingere le imbarcazioni. Dobbiamo trovare un modo per aggirare l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.

    Alla fine del mese di giugno, la presidenza di turno dell’Unione passerà all’Austria, che ha intenzione di “abbandonare la logica del negoziato attuale incentrato sul regolamento di Dublino” e di concentrarsi “sulla protezione delle frontiere esterne”.

    “L’Austria avanzerà una proposta per una rivoluzione copernicana nel settore del sistema d’asilo” dell’Unione europea, ha spiegato  il ministro dell’Interno di Vienna, Herbert Kickl

    “Non penso che abbiamo una chance realistica di compromesso. La solidarietà deve essere rinnovata nel settore della protezione delle frontiere”, continua il ministro.

    “Ho avuto una discussione telefonica con il nuovo collega italiano e penso che saremo in grado di sederci presto e discutere”, ha dichiarato Kickl.

    Matteo Salvini ha definito il vertice di Lussemburgo “una vittoria per noi. Avevamo una posizione contraria ed altri Paesi ci sono venuti dietro, abbiamo spaccato il fronte. Significa che non è vero che non si può incidere sulle politiche europee”.

    Il regolamento di Dublino

    Il sistema attuale si basa sul criterio del “primo ingresso”, che affida il compito di ospitare e valutare ciascuna richiesta di protezione internazionale al paese in cui è avvenuto l’ingresso.

    Al summit si è partiti invece dalle riforme approvate dal Parlamento europeo, secondo cui il Paese di arrivo non deve più essere automaticamente responsabile per le richieste. In questo modo si passa ad un meccanismo permanente e automatico di ricollocamento basato su un sistema di quote obbligatorio per tutti gli stati membri.

    La proposta, però, deve essere approvata anche dal Consiglio europeo, la cui presidenza spetta alla Bulgaria fino alla fine di giugno. Proprio questo paese aveva presentato delle modifiche peggiorative del regolamento.

    In questo articolo abbiamo spiegato come funziona nel dettaglio il regolamento e in cosa consiste la bozza di riforma presentata dalla Bulgaria.

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