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    Seicento migranti sono entrati a Ceuta dopo aver assaltato il confine tra Spagna e Marocco

    Foto di archivio

    I profughi sono entrati nella città spagnola di Ceuta e si sono diretti al Centro di permanenza temporanea, ma i servizi di accoglienza spagnoli sono al collasso

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 26 Lug. 2018 alle 12:23 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:39

    Un gruppo di circa 600 migranti sub-sahariani hanno attraversato nelle prime ore del mattino del 26 luglio 2018 la recinzione che separa Ceuta, l’enclave spagnola, dal Marocco.

    La Guardia civile spagnola ha riferito che l’assalto ha avuto luogo intorno alle 7 nell’area di confine vicino a Finca Berrocal, una zona in cui è più facile raggiungere il confine con la Spagna grazie alla presenza di aree non sorvegliate dalle telecamere.

    Le forze di sicurezza del Marocco e quelle spagnole hanno cercato di fermare l’assalto per oltre un’ora, ma alla fine 600 migranti sono riusciti ad entrare a Ceuta, superando la recinzione lunga più di 8 chilometri e alta 6 metri che separa i due paesi.

    Secondo le fonti della polizia spagnola, si tratta di uno dei tentativi, riusciti, di attraversare il confine più violenti degli ultimi tempi.

    I migranti che sono entrati nel territorio spagnolo si sono diretti verso il Centro di permanenza temporanea per gli immigrati (CETI).

    La Croce Rossa di Ceuta, che ha messo a disposizione tutto il suo personale attivo nella città, ha riferito di essersi presa cura di 132 feriti, di cui 11 trasferiti all’ospedale più vicino a causa delle fratture e delle ferite riportate.

    Inoltre, sono stati curati anche 22 agenti, quattro dei quali ricoverati all’ospedale universitario di Ceuta.

    Gli agenti sono entrati in contatto con spray fatti in casa dai migranti e utilizzati nell’assalto alla barriera che divide Spagna e Marocco.

    I migranti sono stati accolti nel Centro di permanenza temporanea di Ceuta, ma la situazione è critica a causa del sovraffollamento della struttura. 

    Il crollo dei servizi di accoglienza nel sud della Spagna ha infatti causato un blocco del trasferimento dei migranti da Ceuta verso altre città spagnole.

    I quasi 600 profughi che hanno raggiunto Ceuta dopo aver sfondato la barriera si sono aggiunti alle 1.300 persone salvate nello stretto nel corso della settimana.

    Di recente, il nuovo ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, aveva annunciato l’intenzione di rimuovere il filo spinato che sormonta i muri al confine con il Marocco, nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla.

    “Farò di tutto perché il filo spinato possa essere rimosso”, ha dichiarato il ministro in una intervista alla radio spagnola Onda Cero. “È una delle mie priorità principali”, ha sottolineato.

    Le barriere di Ceuta e Melilla sono state duramente criticate in questi anni perché nel tentativo di attraversarle sono morti o rimasti feriti diversi migranti provenienti dall’Africa.

    Ceuta e Melilla sono due città autonome spagnole situate sulla costa del Marocco.

    I governi spagnoli che si sono succeduti, in particolare quello del socialista Zapatero nel 2005 e quello del popolare Rajoy nel 2013, hanno rafforzato il presidio per far fronte a un’intensificazione della spinta migratoria in arrivo dall’Africa.

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