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    Migliaia di cittadini protestano in Romania contro la corruzione

    Il governo rumeno ha varato un provvedimento per liberare decine di funzionari arrestati per corruzione. Massicce proteste a Bucarest

    Di TPI
    Pubblicato il 2 Feb. 2017 alle 08:41 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:18

    Migliaia di cittadini rumeni stanno protestando nella capitale Bucarest contro il governo, dopo l’approvazione di un decreto che potrebbe liberare decine di funzionari in carcere per corruzione.

    Una folla di almeno 150mila manifestanti si è riunita di fronte agli uffici governativi di Bucarest, in una delle più grandi manifestazioni mai viste in Romania. Proteste anche in altre città del paese. 

    Alcuni manifestanti hanno lanciato petardi e fumogeni contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni.

    Il governo di sinistra, guidato dal primo ministro Sorin Grindeanu del Partito Socialdemocratico (PSD), ha dichiarato che il decreto era necessario per fronteggiare il sovraffollamento nelle carceri.

    Ma secondo i suoi oppositori, si tratta piuttosto di una mossa per liberare i suoi alleati condannati per corruzione.

    “La lotta alla corruzione deve andare avanti, non essere annullata”, ha detto il capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker, criticando la mossa del governo. “Stiamo seguendo gli ultimi sviluppi in Romania con grande preoccupazione”, ha aggiunto. 

    “Siamo venuti a proteggere il nostro paese contro i criminali che hanno cercato di respingere lo stato di diritto in Romania, per proteggere i nostri diritti e non i loro interessi oscuri”, ha detto un manifestante alla Bbc. 

    Il decreto di emergenza depenalizza diversi reati e punisce reati di abuso di potere con la carcerazione solo se le somme in gioco ammontano a più di 44mila euro. Uno dei beneficiari immediato del decreto sarebbe proprio il leader PSD, Liviu Dragnea, accusato di aver frodato allo stato 24mila euro. 

    Per il presidente della Repubblica Klaus Iohannis, che ha preso parte alle proteste, si tratta “del più grave passo indietro da quando dieci anni fa la Romania è entrata a far parte dell’Unione europea”. 

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