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    Le Pen: “Meloni è dalla nostra parte, ma noi più vicini a Salvini”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 13 Ott. 2022 alle 13:48

    Il partito che politicamente sente più vicino è la Lega, e con Matteo Salvini c’è ormai un vero e proprio rapporto di amicizia: Marine Le Pen, leader del Rassemblement national, accoglie però con favore il successo elettorale di Giorgia Meloni: “Noi non abbiamo mai cercato cloni in Europa ma alleati, persone che condividono la stessa nostra grande visione. Ci sono due rive, quella dei nazionali e quella dei mondialisti, e Meloni si trova incontestabilmente sulla stessa nostra riva”. Sul Carroccio aggiunge: “Siamo fedeli alle nostre amicizie e alle nostre alleanze, non le rimettiamo in discussione in funzione di risultati elettorali che in politica, e in particolare in quella italiana diciamolo, possono cambiare rapidamente”. “Detto questo – precisa – ci sentiamo mille volte più vicini alla visione di Meloni che a quella di Draghi”.

    Meloni ha recentemente avuto un alterco a distanza con la ministra agli Affari europei Laurent Boone, che aveva parlato di una Francia che sarà “attenta al rispetto dei diritti” in Italia: “Reazioni vivaci e a giusto titolo”, il commento di Le Pen alla richiesta di chiarimenti fatta dalla leader di Fratelli d’Italia. “Si tratta di un’ingerenza insopportabile nelle nostre democrazie e contraria alla tradizione francese – dice in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera –Noi ci battiamo non solo per questa o quella idea, ma anche per la libertà dei popoli di scegliere il loro avvenire politico. È fondamentale”.

    La sfidante di Macron alle ultime elezioni in Francia legge nel successo elettorale di Meloni un “grande ritorno delle nazioni”, che ha superato il concetto di sinistra e destra. La nuova divisione secondo lei sarebbe tra “nazionali” e “mondialisti”, ovvero tra coloro che difendono gli interessi del proprio Paese e quelli che sperano nella cancellazione delle nazioni e mirano alla creazione e al consolidamento di strutture sovranazionali, come ad esempio l’Unione europea. “Credo che il centro di gravità – commenta – si sposterà a favore dei Paesi che difendono l’idea nazionale”. In che modo? La ricetta è sempre la stessa: “Difendere le frontiere, il controllo dell’immigrazione, la sovranità delle nazioni e quindi in particolare quella energetica, e la tutela dell’ambiente con la reindustrializzazione”.

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