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    Il neo sindaco di New York Zohran Mamdani sfida Donald Trump: “So che ci stai guardando, alza il volume” | VIDEO

    Le prime parole del nuovo sindaco di New York: "Il futuro è nelle nostre mani"

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 5 Nov. 2025 alle 09:42

    Subito dopo la vittoria alle elezioni che lo ha consacrato come nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani ha sfidato Donald Trump invitandolo ad “alzare il volume” per sentire il boato dei suoi sostenitori. Il neo sindaco della Grande Mela, primo musulmano nella storia della città ad essere eletto, durante il suo discorso celebrativo ha inviato un messaggio al presidente statunitense: “Visto che so che stai guardando, ho quattro parole per te: alza il volume”. Mamdani, poi, ha ricordato come la Grande Mela “sia stata costruita dagli immigrati, 
alimentata dagli immigrati, e adesso guidata da un immigrato”.

    “Che tu sia un immigrato, un membro della comunità trans, una delle tante donne di colore che Donald Trump ha licenziato da un lavoro federale, una madre single che aspetta ancora che il costo della spesa scenda, o chiunque altro con le spalle al muro, la tua lotta è anche la nostra” ha continuato il neo sindaco di New York, che ha promesso di “svegliarsi ogni mattina con un unico obiettivo: rendere questa città migliore per voi rispetto al giorno prima”. Il democratico ha poi aggiunto: “New York, stasera hai dato un mandato per il cambiamento, in questo momento di buio New York sarà la la luce. Il futuro è nelle nostre mani”.

    Poche ore prima delle elezioni, Donald Trump aveva provato a indirizzare l’esito della tornata invitando i suoi sostenitori a votare per Andrew Cuomo e minacciando di non erogare più fondi federali alla città nel caso in cui fosse stato eletto Mamdani. Il presidente statunitense, infatti, aveva scritto sui social: “È altamente improbabile che contribuisca con fondi federali, se non per il minimo indispensabile, alla mia amata prima casa perché, guidata da un comunista, questa città, un tempo grande, ha zero possibilità di successo, o addirittura di sopravvivenza”.

    E ancora: “La situazione può solo peggiorare con un comunista al timone, e non voglio, come Presidente, inviare soldi buoni dopo questo errore. È mio dovere governare la nazione, ed è mia ferma convinzione che New York City sarebbe un completo e totale disastro economico e sociale se Mamdani vincesse. I suoi principi sono stati messi alla prova per oltre mille anni, e non hanno mai avuto successo. Preferirei di gran lunga vedere un democratico con una storia di successi vincere, anziché un comunista senza esperienza e con una storia di completi e totali fallimenti. Non era niente come deputato, classificato ultimo della classe. Come sindaco di quella che, potenzialmente, ancora una volta, è la più grande città del mondo, non ha alcuna possibilità di riportarla al suo antico splendore”. Trump, poi, aveva invitato gli elettori a non votare per il candidato repubblicano Sliwa, che non aveva alcuna chance di vittoria, ma piuttosto per Andrew Cuomo, ex governatore democratico dello Stato di New York, che correva come indipendente: “Dobbiamo anche ricordare questo: un voto per Curtis Sliwa (che sta molto meglio senza basco!) è un voto per Mamdani. Che Andrew Cuomo vi piaccia o meno, non avete davvero scelta. Dovete votare per lui e sperare che faccia un lavoro fantastico. Lui ne è capace, Mamdani no”.

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