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    La Corte di Strasburgo ha condannato la Lituania e la Romania per complicità con la CIA

    Il carcere di Guantanamo

    Entrambi i paesi sono stati condannati per aver collaborato con i servizi segreti americani e aver permesso che due detenuti accusati di terrorismo venissero torturati

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 31 Mag. 2018 alle 15:12 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:04

    I giudici della corte di Strasburgo hanno stabilito che la Lituania e la Romania hanno violato i diritti di due uomini sospettati di essere dei terroristi di al-Qaeda, permettendo alla CIA di torturarli in territorio europeo.

    Abu Zubaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri erano stati catturati negli anni della “guerra al terrore” avviata dagli Stati Uniti e al momento sono detenuti nel carcere di Guantanamo, a Cuba.

    Negli anni è emerso che la CIA gestiva delle prigioni segrete fuori dagli USA, alcune delle quali si trovavano in Lituania e in Romania.

    La Corte europea per i diritti umani ha determinato che entrambi gli Stati hanno violato le norme che vietano il ricorso alla tortura, sancite dalla Convenzione europea per i Diritti umani.

    Una sentenza simile era stata emessa contro la Polonia nel 2014 dalla stessa Corte.

    Lituania e Romania devono pagare 100mila euro per i danni arrecati a Abu Zubaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri.

    Dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 contro le Torri gemelle, gli Stati Uniti hanno creato una serie di “siti segreti” per gli interrogatori, in base alla politica della “detenzione segreta”.

    Le operazioni di questo tipo sono state tenute nascoste all’opinione pubblica per molti anni.

    Abu Zubaydah, un palestinese nato in Arabia Saudita, era sospettato di essere a capo delle operazioni di reclutamento di al-Qaeda negli anni Novanta, e di essere diventato nel tempo una delle figure chiave dell’organizzazione.

    Il suo compito doveva essere quello di tramite tra Osama Bin Laden e le cellule di al-Qaeda.

    Abd al-Rahim al-Nashiri, di nazionalità saudita, aveva diretto le operazioni del gruppo terrorista nella regione del Golfo, secondo quanto dichiarato dall’Intelligence americana.

    È sospettato di aver organizzato l’attacco al cacciatorpediniere americano USS Cole in Yemen nel 2000, che aveva causato la morte di 17 persone.

    Secondo la Corte europea, la Romania aveva ospitato dal 2003 al 2005 la prigione della CIA in cui al-Nashiri era detenuto in “un regime di detenzione estremamente duro”.

    Nella sentenza si legge che l’uomo “ha ricevuto un trattamento inumano…che è stato agevolato dalla cooperazione della Romania con la CIA”.

    Lo stesso verdetto è stato emesso contro la Lituania, in riferimento a Abu Zubaydah.

    La CIA ha mantenuto attiva nel paese una sua prigione nel 2005-2006.

    I giudici citano alcuni documenti della CIA da cui risulta che i sospettati erano stati bendati e incappucciati, messi in isolamento, lasciati per lungo tempo con le caviglie incatenate ed esposti continuamente ai rumori e alla luce.

    Sia la Lituania che la Romania hanno permesso alla CIA di trasferire i due uomini in altre prigioni, esponendoli a “prevedibili e seri rischi di ulteriori maltrattamenti”.

    La causa era stata presentata dai legali dei due detenuti nel 2011 e nel 2012, ma la Corte non ha mai potuto parlare direttamente con i prigionieri.

    Non è la prima volta che emergono informazioni sui metodi utilizzati dagli Stati Uniti per interrogare i sospetti terroristi o sulle condizione in cui  vivono i detenuti della prigione di Guantanamo.

    Obama aveva avviato la chiusura del carcere, che sorge nell’isola di Cuba, ma la proposta dell’allora presidente degli Stati Uniti è stata respinta dal Senato americano e in seguito Donald Trump ha annunciato l’abbandono del programma di progressiva chiusura della struttura.

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