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    Liberato uno degli autori dello stupro della studentessa indiana sull’autobus a Delhi

    Il ragazzo era l'unico minorenne coinvolto nell'aggressione e ha terminato il proprio periodo di reclusione in riformatorio

    Di TPI
    Pubblicato il 20 Dic. 2015 alle 18:19 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:22

    È tornato in libertà il minorenne indiano condannato a tre anni di riformatorio per aver stuprato insieme ad altri cinque uomini su un autobus a Delhi una studentessa ventitreenne, diventata simbolo della lotta contro le violenze sulle donne in India. 

    L’aggressione era avvenuta il 16 dicembre 2012 e aveva avuto risonanza globale. La vittima si trovava sul mezzo pubblico insieme a un amico, quando entrambi erano stati attaccati da un gruppo di uomini, tra cui un minore.

    Dopo aver picchiato e reso innocuo il ragazzo, avevano stuprato la studentessa, per poi buttare entrambi fuori dall’autobus. La giovane, in condizioni gravi, era stata trasportata in elicottero in un ospedale di Singapore. Tuttavia morì il 29 dicembre.

    I cinque responsabili maggiorenni dell’episodio erano stati subito arrestati e condannati a morte, ma la sentenza era stata poi sospesa dalla Corte suprema indiana. Uno di loro, nel frattempo, aveva perso la vita in prigione. Secondo le autorità, l’uomo si sarebbe impiccato, ma i parenti della vittima sostengono si sia trattato di omicidio.

    L’aggressore diciassettenne della ragazza, invece, era stato condannato a tre anni di riformatorio ed è stato liberato oggi, 20 dicembre 2015.  

    Il ragazzo ha compiuto i 18 anni mentre si trovava nel carcere minorile, ma al contrario degli uomini che con lui avevano stuprato la giovane, il suo nome non può essere diffuso perché al momento del crimine era minorenne. 

    Nonostante questo divieto, la madre della ragazza uccisa ha rivelato pubblicamente il nome del giovane aggressore una settimana prima che questo venisse rilasciato.

    Per questo motivo e per il fatto che il ragazzo ha scontato meno di tre anni di carcere per un delitto così grave, le autorità sono preoccupate per la sua sicurezza. Il nome del giovane stupratore è stato modificato all’anagrafe e sui suoi documenti non risulta il crimine del 2012. 

    Queste decisioni hanno aumentato esponenzialmente l’indignazione pubblica e sabato 19 dicembre i cittadini di Delhi si sono riuniti per protestare contro la scarcerazione del ragazzo. La polizia è intervenuta per disperdere la folla, a cui precedentemente era stato negato il permesso di riunirsi contro la decisione dei giudici.

    La Corte indiana si è espressa sulla liberazione del ragazzo: “Siamo d’accordo sul fatto che si tratti di un problema serio. Ma per legge dopo il 20 dicembre non può essere trattenuto al riformatorio”.

    La Commissione governativa per le donne di Delhi, nata per investigare sui crimini commessi contro le donne indiane, sabato 18 dicembre ha presentato una petizione per chiedere che il ragazzo non venisse liberato, ma l’iniziativa non ha portato ai risultati sperati. Secondo la madre della studentessa stuprata, l’ente governativo avrebbe agito con eccessivo ritardo.

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