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    La lettera ai leader mondiali del Cop21 di una diciottenne filippina sopravvissuta al tifone Haiyan

    Marinel ha chiesto che vengano prese immediatamente decisioni per ridurre gli effetti del cambiamento climatico

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Dic. 2015 alle 18:06 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:10

    In questi giorni i rappresentanti di 195 paesi sono riuniti a Parigi per la 21esima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima – che si è aperta il 30 novembre e si concluderà l’11 dicembre 2015 –, per discutere delle misure da prendere per ridurre l’effetto del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.

    Marinel, una ragazza filippina di 18 anni, è sopravvissuta a una delle più grandi catastrofi che abbia mai colpito il suo paese: il tifone Haiyan, che nel 2013 ha causato circa 10mila vittime tra morti accertati e dispersi.

    Marinel partecipa alla Conferenza come membro di una delegazione di giovani inviata dall’organizzazione umanitaria non governativa globale Plan International, che si impegna per la tutela dei diritti dei bambini.

    Attraverso il programma di news della BBC Newsbeat, Marinel ha scritto una lettera aperta in cui lancia un appello ai leader di tutto il mondo affinché questi prendano al più presto decisioni risolutive per ridurre gli effetti del cambiamento climatico, che ha conseguenze disastrose soprattutto in paesi poveri e vulnerabili come il suo.

    Qui il testo tradotto della lettera:

    “Cari leader mondiali,

    Mi chiamo Marinel e sono sopravvissuta a una delle più grandi tragedie che abbiano mai colpito le Filippine: il tifone Haiyan.

    Avevo 16 anni quando è successo. Sono stata testimone di quanto possa essere difficile la vita dopo un disastro del genere.

    Riesco ancora a sentire il pianto dei bambini vicini e le disperate richieste d’aiuto degli anziani. Siamo stati costretti a dormire sotto la pioggia nella nostra casa senza mura. Ho dovuto mangiare cibo andato a male e bere acqua sporca. I telefoni non hanno funzionato per settimane.

    La nostra casa è rimasta isolata per giorni perché si pensava che nessun abitante del nostro villaggio fosse sopravvissuto.

    I nostri parenti e amici hanno provato disperatamente a mettersi in contatto con noi ma non ci sono riusciti.

    Hanno pensato che fossimo morti tutti.

    La nostra casa è stata distrutta e tutti i nostri averi sono stati portati via dall’acqua. Tutti i miei libri, i miei vestiti, la mia uniforme scolastica e anche il mio tesoro personale: le mie medaglie scolastiche, i certificati e i libri.

    Dopo Haiyan mi sono chiesta se la vita sarebbe mai tornata a essere la stessa e se avrei potuto continuare i miei studi, poiché anche la nostra scuola era stata danneggiata.

    Alcuni dei miei parenti e un mio amico sono morti. Abbiamo festeggiato Natale e Capodanno al buio, perché l’elettricità è tornata solo sei mesi dopo Haiyan.

    Ma alla fine le lezioni sono ricominciate. Abbiamo condiviso i pochi libri che si erano salvati e gli insegnanti hanno recuperato quello che avevano.

    Alcuni dei miei compagni hanno lasciato la scuola e si sono messi a lavorare per aiutare le loro famiglie a ricostruire le proprie case.

    Un anno dopo, quando stavamo ancora tentando di rimettere in piedi le nostre abitazioni, è arrivato un altro super tifone: il tifone Hagupit.

    Ha distrutto nuovamente tutto quello che avevamo appena ricostruito. Le persone sono state prese dal panico.

    Ancora una volta mi sono chiesta cosa ne sarebbe stato del mio futuro. Un tempo mi piaceva l’oceano, ora mi fa paura. Inizio a tremare ogni volta che il vento o la pioggia si fanno più forti.

    Nonostante il tifone Haiyan non venga considerato come un effetto del cambiamento climatico, quest’ultimo ha contribuito a intensificarne la potenza.

    Il riscaldamento della superficie oceanica fa sì che i tifoni aumentino in potenza e che colpiscano con maggiore frequenza. Nelle Filippine senza dubbio il cambiamento climatico non è solo un’idea ma una dura realtà, e i rischi stanno aumentando.

    La concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è oggi la più alta mai registrata e gli scienziati hanno detto chiaramente che ciò è causato dall’uomo.

    Se continuiamo così, ho paura che il riscaldamento globale diventerà qualcosa di irreversibile.

    Il livello degli oceani aumenterà e i disastri climatici si verificheranno quotidianamente, con conseguenze catastrofiche per i paesi poveri e vulnerabili come le Filippine.

    Voi, come leader dei vostri rispettivi paesi, avete il potere di ridurre l’impatto del cambiamento climatico!

    Come ha detto il poeta [Friedrich Dürrenmatt]: “Ciò che riguarda tutti può essere risolto solo da tutti”.

    Noi nelle Filippine stiamo affrontando pesantissime conseguenze, anche se contribuiamo solo in minima parte all’aumento dei gas serra.

    Dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo risolvere il problema da soli. Ma voi avete la capacità di agire.

    Quindi per favore pensate a noi, pensate alle generazioni future che soffriranno perché voi non avete preso le dovute decisioni in tempo.

    Si dice che i bambini e i giovani siano la speranza di una nazione. È per questo motivo che sto cogliendo ora quest’occasione, per far sentire la mia voce a nome dei giovani delle Filippine e di tutti gli altri paesi vulnerabili.

    Noi siamo quelli che dovranno convivere con le conseguenze delle decisioni che voi prenderete durante questa storica Conferenza sul clima di Parigi.

    Dovete trovare un accordo adesso per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Questo è il punto di non ritorno.

    Con la speranza che il vostro buon cuore possa ascoltarmi.

    Cordialmente,

    Marinel”

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