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    Lesbo, volevano convertire i rifugiati musulmani al cristianesimo

    Un gruppo di volontari impiegati presso il centro per richiedenti asilo di Moria sono stati accusati di aver tentato di convertire alcuni rifugiati musulmani

    Di TPI
    Pubblicato il 2 Ago. 2016 alle 11:52 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:42

    Alcuni operatori umanitari di fede cristiana che prestano servizio nel centro di detenzione per i richiedenti asilo di Moria, sull’isola greca di Lesbo, hanno cercato di convertire al cristianesimo alcuni dei detenuti musulmani.

    Secondo il quotidiano britannico The Guardian, in almeno due occasioni gli operatori hanno consegnato un modulo di conversione insieme a una copia in arabo del vangelo di Giovanni.

    Il formulario invitava i richiedenti asilo a firmare la seguente dichiarazione: So di essere un peccatore e chiedo a Gesù di perdonare i miei peccati e donarmi la vita eterna. Il mio desiderio è di amare e obbedire al suo verbo.

    Più che ovvia e naturale la reazione dei destinatari di questa iniziativa: “Ci piacciono tutte le religioni, ma se tu fossi cristiano e io ti dessi un Corano, come ti sentiresti?”, ha commentato un richiedente asilo siriano.

    Secondo quanto hanno raccontato i detenuti di Moria, i moduli sono stati distribuiti da due operatori di Euro Relief, un’organizzazione greca che, sotto la supervisione del ministero greco per la Migrazione, gestisce la maggior parte delle operazioni sul luogo da quando altre Ong hanno deciso di abbandonare l’isola in protesta contro l’accordo sui migranti tra Unione Europea e Turchia.

    Euro Relief ha condannato quella che sembra essere un’iniziativa personale degli operatori coinvolti. 

    “Ho già preso provvedimenti perché i nostri volontari sappiano molto bene che non devono distribuire alcun tipo di letteratura. Il nostro codice di condotta dice molto chiaramente che questa è una cosa che non sono autorizzati a fare e che se qualcuno sceglie di ignorarlo saremo costretti a prendere provvedimenti disciplinari”, ha dichiarato Stefanos Samiotakis, direttore dell’Ong.

    In seguito all’accordo tra Bruxelles e Ankara, ampiamente contestato da più parti, la Turchia si impegna a riaccogliere i richiedenti asilo che sono entrati illegalmente in Grecia provenienti da territorio turco in cambio della ricollocazione dei rifugiati siriani (un rifugiato ricollocato in Europa per ogni richiedente asilo riportato in Turchia), di libertà di accesso e movimento all’area Schengen per i cittadini turchi e di un’accelerazione nel processo di adesione all’Ue.

    Tuttavia, circa 57mila richiedenti asilo sono ancora bloccati in Grecia e qualche migliaio di loro si trova sulle isole greche, tra cui Lesbo, dove vive in campi sovraffollati come quello di Moria.

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