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    Le ragazze rapite in Nigeria, un anno dopo

    A un anno dal rapimento delle studentesse nigeriane, Amnesty denuncia che nel 2014 sono state 2mila le donne rapite da Boko Haram

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 14 Apr. 2015 alle 14:29 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:50

    È passato un anno esatto da quando 276 ragazze sono state rapite
    nella città di Chibok, nel nordest della Nigeria, dal gruppo terroristico Boko
    Haram.

    Nonostante Stati Uniti, Cina e altre potenze straniere abbiano promesso
    di aiutare a ritrovarle, le ragazze non sono mai state rintracciate.

    Dal momento in cui sono state prelevate dalla scuola dove si
    trovavano per prepararsi agli esami di fine anno, si è saputo ben poco su di
    loro.

    Solo 57 ragazze sono riuscite a scappare. Ma ci sono ancora 219
    ragazze
    la cui sorte, a distanza di un anno, rimane sconosciuta.

    Il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, ha detto che le ragazze si
    sono convertite all’Islam e sono state date in sposa. Questo ha alimentato il
    timore che i miliziani abbiano trattato le ragazze  come bottino di guerra e schiave sessuali.

    Il neoeletto presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha promesso che
    compirà ogni sforzo per liberare le studentesse rapite, ma ha ammesso che non è
    chiaro se le ragazze verranno mai ritrovate.

    Più di 50 tra le studentesse rapite dai militanti islamici lo
    scorso anno sarebbero state viste vive tre settimane fa, secondo quanto riportato dalla Bbc.

    Una donna ha infatti dichiarato di aver visto le ragazze a Gwoza,
    una cittadina nel nordest della Nigeria controllata fino a qualche tempo da dai
    miliziani.

    In occasione dell’anniversario, il gruppo Bring Back Our Girls ha
    organizzato una marcia silenziosa nella capitale della Nigeria, Abuja, per
    sensibilizzare l’opinione pubblica sui rapimenti.


    Più di 2mila ragazze e bambine rapite nel 2014

    Le studentesse rapite a Chibok nell’aprile 2014 sono solo alcune
    delle donne vittime di Boko Haram.

    In occasione dell’anniversario del rapimento delle ragazze della
    scuola di Chibok, l’ong per i diritti umani Amnesty International ha pubblicato
    un rapporto in cui denuncia che molte delle almeno 2mila donne e bambine rapite
    da Boko haram dal 2014 sono state ridotte in schiavitù sessuale e addestrate a
    combattere.

    Il rapporto,
    intitolato “Il regno del terrore di Boko Haram“,  è basato su quasi 200 testimonianze oculari,
    tra cui quelle di 28 donne e bambine riuscite a fuggire ai loro sequestratori.

    Il documento accusa i miliziani di Boko Haram di aver commesso
    stupri, aver costretto alcune donne a sposarsi con i ribelli e aver costretto
    altre a compiere attacchi armati, a volte contro i villaggi da cui provenivano.

    Alcune donne kamikaze sono state utilizzate dai ribelli in una
    serie di attentati negli ultimi mesi.

    “Ero tra le ragazze addestrate a sparare. Sono stata anche
    addestrata ad utilizzare bombe e attaccare un villaggio”, ha detto ad
    Amnesty una ragazza di 19 anni, che non ha voluto essere identificata. La
    ragazza ha anche parlato di ripetuti stupri da parte di gruppi che
    comprendevano fino a sei uomini.

    Il rapporto denuncia inoltre la commissione di molteplici crimini
    di guerra e crimini contro l’umanità da parte del gruppo terroristico, tra cui
    l’uccisione di almeno 5.500 civili nel nordest della Nigeria a partire
    dal 2014.

    Le ragazze che sono riuscite a scappare

    Lami, Maria e Hajara si trovavano nella scuola di Chibok quando i
    miliziani di Boko Haram hanno fatto irruzione nel campus, nella notte tra il 14
    e il 15 aprile dello scorso anno. Per questo, sono state prese insieme alle
    altre ragazze e caricate su un camion.

    Lami e Maria, che sono migliori amiche, sono fuggite saltando dal
    retro di un camion. Hajara è stata portata in un accampamento, ma poi è fuggita
    insieme a un’altra ragazza. Le loro storie sono state raccontate dalla Bbc attraverso delle animazioni.

    Le ragazze che, come loro, sono sfuggite ai terroristi non sempre hanno
    sufficiente sostegno finanziario o psicologico, secondo quanto ha ha detto un
    gruppo di attivisti per i diritti umani e di volontari al Washington Post.

    Alcune, una volta scappate, non avevano dove tornare, dal momento
    che i loro villaggi erano stati saccheggiati e i loro parenti erano stati
    sfollati o uccisi.

    Ma come riportato dal Guardian, alcune studentesse traumatizzate
    hanno avuto la possibilità di riprendere a studiare.

    Cosa è successo in un anno, in punti

    ·        
    Due giorni dopo il rapimento, l’esercito
    nigeriano ha affermato che la maggior parte delle ragazze rapite erano state
    liberate. Ma la notizia era falsa.

    ·        
    La popolazione nigeriana è scesa in
    piazza chiedendo l’immediata liberazione delle ragazze.

    ·        
    A maggio 2014, l’allora presidente nigeriano
    Goodluck Jonathan ha fatto un appello, chiedendo l’aiuto della comunità
    internazionale.

    ·        
    Il rapimento ha colpito l’opinione
    pubblica mondiale, che ha dato vita alla campagna “Bring back our
    girls” sui social network, cui hanno partecipato tra gli altri anche la
    first lady statunitense Michelle Obama e il premio Nobel Malala Yousafzai.

    ·        
    A luglio, il presidente ha
    incontrato le famiglie delle ragazze rapite ad Abuja.

    ·        
    A ottobre, il governo ha
    annunciato il cessate il fuoco con i combattenti e la liberazione delle
    ragazze. Ma qualche giorno dopo Boko Haram ha negato la tregua e ha continuato
    a portate avanti i suoi attacchi, compiendo nuovi rapimenti e massacri

    ·        
    A febbraio 2015, alcuni
    Paesi vicini si sono uniti alla Nigeria nella lotta contro Boko Haram. Parte
    dei territori che erano stati conquistati dai terroristi sono tornati sotto il
    controllo del governo.

    ·        
    Le elezioni del 28 marzo
    hanno portato alla vittoria l’ex generale Muhammodu Buhari, leader della
    coalizione “All progressives’ congress” (Apc) formata dai partiti che
    si opponevano a Goodluck Jonathan. Buhari ha ottenuto quasi 15 milioni di voti,
    contro i 13 milioni del presidente uscente. Per via della sua reputazione di
    uomo onesto e inflessibile, molti nigeriani lo considerano l’uomo adatto a
    condurre la lotta contro Boko Haram.

    ·        
    Ci sono ancora 219 ragazze
    che da quella tragica notte non sono più ritornate a casa.

    Da
    sapere su Boko Haram

    Boko Haram è
    un gruppo 
    estremista islamico di stampo jihadista il cui nome letteralmente vuol dire
    “l’educazione occidentale è proibita”. 
    Il leader ufficiale è Abubakar Shekau.

    Il gruppo è attivo dal 2002, principalmente in
    Nigeria ma anche nei Paesi confinanti: Chad, Camerun e Niger. Boko Haram figura
    nella lista dei gruppi terroristici stilata dagli Stati Uniti dal 2013.

    Dall’inizio del 2014, Amnesty International ha documentato
    almeno 300 raid e attacchi compiuti da Boko Haram contro i civili.

    Durante questi attacchi, dapprima i combattenti hanno dato
    l’assalto alle basi militari e alle stazioni di polizia saccheggiando armi e
    munizioni, poi si sono rivolti contro la popolazione civile uccidendo chiunque
    tentasse di fuggire, radunando ed eliminando tutti gli uomini in età da
    combattimento.

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