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    Le proteste di New York

    Gli abitanti hanno manifestato contro la decisione del Gran giurì di non incriminare il poliziotto che ha arrestato Eric Garner

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 5 Dic. 2014 alle 21:49 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:28

    “Non riesco a respirare, non riesco a respirare”.

    Sono le ultime parole pronunciate da Eric Garner, afroamericano di 43 anni, morto di infarto mentre opponeva resistenza all’arresto da parte della polizia di New York lo scorso 17 luglio.

    Mercoledì 3 dicembre il Gran giurì di Staten Island ha scelto di non incriminare nessuno degli agenti coinvolti nell’arresto di Garner.

    L’annuncio è arrivato a pochi giorni di distanza dalla decisione di non sottoporre a processo Darren Wilson, il poliziotto che il 9 agosto scorso ha ucciso il giovane afroamericano Michael Brown a Ferguson, nello stato americano del Missouri.

    Questa decisione ha provocato la reazione da parte dei cittadini americani che hanno protestato nelle città di New York, Boston, Chicago, Pittsburgh e Washington.

    Il centro della protesta si è registrato a New York, dove per due notti di fila, migliaia di manifestati hanno protestato, causando il blocco del traffico in alcune delle principali strade della città.

    Circa 300 persone si sono sdraiate a terra nei pressi di Times Square e sono rimaste in silenzio per 11 minuti, tempo simbolico per ricordare il numero delle volte che Garner avrebbe detto al poliziotto di non riuscire a respirare. Durante la protesta la polizia ha arrestato 24 persone.

    In totale, nel corso delle manifestazioni che si sono svolte a New York sono state arrestate circa 200 persone per aver bloccato il traffico e per essersi rifiutate di sgomberare le strade.

    Il commissario di polizia, William Bratton, ha annunciato che circa 22 mila ufficiali di polizia cominceranno una sessione di addestramento di tre giorni per essere istruiti su come allentare la tensioni durante le manifestazioni i e come gestire la folla.

    Il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha commentato l’accaduto dichiarando che le persone devono sapere che la vita degli afroamericani vale quanto quella dei bianchi e che il rapporto tra la polizia e i cittadini deve cambiare. Ha poi detto che la questione lo riguarda personalmente. Il figlio Dante infatti è nero (la moglie di De Blasio è afroamericana) e per questo ha dichiarato: “Ogni notte penso a mio figlio, e mi preoccupo che torni a casa sano e salvo”.

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