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    Le due donne dietro il 7 a 1

    Una voleva fare la ballerina, l'altra studiava per diventare una scienziata

    Di Anna Ditta e Michele D'Alessio
    Pubblicato il 9 Lug. 2014 alle 13:57 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:43

    Una voleva fare la ballerina, l’altra studiava per diventare una scienziata. La semifinale Brasile-Germania di ieri sera è stata anche Dilma Rousseff e Angela Merkel, donne al potere di due tra gli Stati più importanti al mondo.

    La Rousseff è presidente del Brasile dal 2011, quando conquistò la maggioranza con il Partito dei Lavoratori (Partido dos Trabalhadores, PT). Angela Merkel, presidente dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), è Cancelliere federale dal 2005 ed è ormai al suo terzo mandato. Sono molte le differenze tra loro, ma non mancano i punti in comune.

    Dilma Rousseff ha partecipato alla lotta armata nelle fila del movimento di guerriglia di sinistra contro la dittatura militare brasiliana (1964-1985), finendo in prigione per tre anni e subendo torture e soprusi. In quello stesso periodo, Angela Merkel studiava fisica all’università di Berlino e, dopo un dottorato, mosse i suoi primi passi in politica a seguito della caduta del Muro, come portavoce del movimento di opposizione dell’ex Germania Est “Risveglio Democratico”.

    Quando è stata eletta Dilma Rousseff ha promesso di “lottare contro la diseguaglianza e la povertà”, senza però riuscire a mantenere del tutto la parola data. A tre anni dall’inizio del suo mandato, il Pil brasiliano fatica a salire: le stime parlano di uno 0,2 per cento di crescita che potrebbe essere insufficiente per garantire la sua rielezione alle prossime votazioni del 5 ottobre.

    Sotto la guida di Angela Merkel, invece, il Pil della Germania è l’unico tra quelli europei che continua a crescere, in quanto le stime parlano di uno 0,8 per cento.

    A livello di politica interna, Dilma Rousseff ha puntato molto sui mondiali per rilanciare l’occupazione e abbattere delinquenza e criminalità. In realtà, gli eccessivi costi per le infrastrutture hanno accentuato la diseguaglianza sociale, scatenando proteste in tutto il Paese, a causa dei mancati investimenti in sanità e istruzione pubblica. La Merkel, attualmente in un governo di coalizione con i socialdemocratici, è giunta al compromesso con le forze di sinistra, approvando l’introduzione del salario minimo garantito.

    Due politiche diverse, se non opposte, che comunque non escludono punti di contatto tra la presidente e la cancelliera. Sia la Rousseff che la Merkel sono state le prime donne a capo del governo nei rispettivi Paesi, ed entrambe sono state soprannominate “donne di ferro” per la loro tenacia. Ad accomunarle anche il tifo sfegatato per le rispettive nazionali. La Merkel volerà a Rio per non perdersi la finale di domenica prossima, mentre dopo l’umiliante sconfitta di ieri Dilma Rousseff ha incoraggiato la sua nazionale su twitter: “”Brasile, rialzati, togliti di dosso la polvere e torna in alto”. Sarà proprio la presidente brasiliana a consegnare la coppa del mondo ai vincitori della finale, nonostante i fischi già subiti a San Paolo durante il match inaugurale. Chissà che non debba consegnare la coppa proprio alla nazionale tedesca.

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