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    L’incubo di Ciudad Juarez

    Si credeva che "la città più pericolosa del mondo" fosse tornata alla normalità. Non è così

    Di Gualtiero Sanfilippo
    Pubblicato il 2 Set. 2013 alle 11:12 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:24

    Sembrava che Ciudad Juarez fosse ritornata sulla retta via, ma evidentemente era troppo presto per dirlo.

    La città messicana rimane luogo di efferati delitti e scontri tra cartelli della droga, e non importa che gli omicidi siano diminuiti da migliaia a centinaia: Ciudad Juarez è e rimane uno delle città più violente del Messico, e una delle più drammatiche rappresentazioni della morsa in cui la criminalità sta soffocando paese.

    Nel 2010, Juarez guadagnò il riconoscimento di “città più pericolosa al mondo” con più di 3.000 omicidi, per una media di 250 uccisioni al mese.

    Negli ultimi tre anni, questi valori sono crollati: nel 2013, la città messicana è teatro di “sole” 40 uccisioni al mese. Purtroppo nel mese di giugno, le cifre hanno avuto un inaspettato rialzo raggiungendo quota 52 omicidi (il numero più alto dell’anno) e fino al 12 agosto, sono state 27 le persone a essere state uccise.

    Lo stato in cui Ciudad Juarez si trova, Chihuahua, è ancora considerato il più pericoloso del Paese in virtù dei 142 e 128 omicidi, rispettivamente dei mesi di giugno e luglio.

    In generale, la parte meridionale di Chihuahua ha un tasso di omicidi annuo di 118 persone ogni 100mila residenti. È facile capire il perché: Ciudad Juarez è una città di confine con gli Stati uniti, uno snodo fondamentale al centro di una contesa fra narcotrafficanti: il cartello di Sinaloa e il cartello di Juarez.

    I gangster di Sinaloa sono probabilmente la mafia più potente del Messico, e controllano molte città un tempo gestite dai malavitosi del cartello di Juarez. Un mese fa, però, Sinaloa ha perso uno dei suoi leader più importanti: Gabino Salas Valenciano, detto “El Ingeniero”, è stato ucciso dalle forze di sicurezza messicane. Era considerato il capo della Valle di Juarez, nonché quello la cui ultima parola aveva un peso rilevante su tutto il commercio della marijuana.

    La sua uscita di scena potrebbe aver incoraggiato il cartello di Juarez a provare a riprendersi la piazza. Se fosse così, la violenza degli ultimi giorni non sarebbe che un assaggio di ciò che aspetta Ciudad Juarez.

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