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    L’Egitto condanna il regime siriano

    Il presidente egiziano Morsi ha deciso di chiudere i canali diplomatici con Damasco, invocando la creazione di una 'no-fly zone'

    Di Gualtiero Sanfilippo
    Pubblicato il 17 Giu. 2013 alle 12:35 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:47

    È rottura definitiva tra Egitto e Siria. Il presidente egiziano Mohammed Morsi ha comunicato di voler chiudere l’ambasciata siriana al Cairo e di voler ritirare il suo rappresentante diplomatico da Damasco.

    “Oggi abbiamo deciso di troncare tutti i rapporti con la Siria – ha detto Morsi – e condanniamo l’aggressione di Hezbollah contro il popolo siriano. Hezbollah deve lasciare la Siria”. Il presidente egiziano ha inoltre suggerito alla comunità internazionale di creare una ‘no-fly zone’ sulle aree controllate dai ribelli siriani.

    Questa decisione è stata duramente criticata dal regime di Bashar al-Assad che ha giudicato come “irresponsabile” la mossa del presidente Morsi. “La Repubblica Araba Siriana condanna la decisione di Morsi che così si unisce a tutti quei cospiratori guidati da Stati Uniti e Israele”, riporta una nota di un esponente di Damasco diffusa dall’agenzia di stampa ufficiale siriana, Sana.

    Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno deciso di mantenere i caccia F-16 e i missili Patriot in Giordania anche dopo che sarà finita l’esercitazione militare in corso. Ma il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha fatto presente che qualsiasi tentativo di utilizzo degli F-16 per imporre una ‘no-fly zone’ sulla Siria sarebbe in contrasto con il diritto internazionale.

    Secondo quanto riportato dal settimanale tedesco Der Spiegel, l’Arabia Saudita ha intenzione di fornire ai ribelli siriani missili anti-aerei. L’articolo riprende un rapporto riservato ricevuto dall’intelligence tedesca che parla di missili terra-aria che possono essere indirizzati contro aerei ed elicotteri in volo a bassa quota.

    In vista della conferenza di Ginevra, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il primo ministro britannico David Cameron e incontrerà il presidente Usa Barack Obama per parlare della questione siriana, in occasione del G8 in Irlanda del Nord.

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