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    L’appello di Obama

    Stati Uniti pronti a “colpire forte”, ma resta aperta la via diplomatica

    Di Giovanna Carnevale
    Pubblicato il 11 Set. 2013 alle 10:09 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 09:06

    La diplomazia può essere “utile”, ma gli Stati Uniti hanno il dovere di intervenire, per “ragioni di principio e per la nostra sicurezza”.

    Nel discorso alla nazione tenuto ieri sera, il presidente Barack Obama ha espresso in modo chiaro e sintetico il suo punto di vista sull’intervento militare in Siria e sulla possibilità di intraprendere la strada diplomatica.

    “Se non reagiamo, Assad continuerà a usare armi chimiche e forse altri lo seguiranno”.

    Per convincere i suoi “concittadini”, Obama fa leva sul ruolo guida che la “più antica democrazia costituzionale del mondo” di cui è a capo ricopre a livello internazionale. Non risparmia nemmeno la rievocazione di episodi atroci successi in Siria, con “papà che stringono i cadaveri dei loro figli, implorando che tornino a camminare”.

    La decisione se usare o meno la forza contro il regime di Assad spetta comunque al Congresso. Si tratterà, ad ogni modo, di un intervento non a tempo indeterminato e che non coinvolgerà truppe di terra.

    Tuttavia Obama non chiude le porte alla diplomazia e alla proposta russa di far consegnare ad Assad le sue armi chimiche. Gli Statu Uniti, ha detto Obama, non sono il “poliziotto mondiale” e mantengono un “preferenza per le soluzioni pacifiche”, ma è ancora troppo presto per dire quanto l’iniziativa di Putin avrà successo.

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