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    Kirghizistan, una cantante è stata minacciata di morte per un video in cui appare in reggiseno

    La ragazza 19enne ha pubblicato un videoclip su YouTube in cui dice: "Sono una persona e ho diritto di parola. Dov’è il vostro rispetto per me? Ti rispetterò, ma tu rispetta me". Sullo sfondo appaiono donne che indossano gli abiti tradizionali: tuniche lunghe e veli che coprono la testa

    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 1 Ott. 2018 alle 16:03 Aggiornato il 9 Set. 2019 alle 19:18

    Zere Asylbek, una cantante 19enne del Kirghizistan, ha ricevuto minacce di morte dopo avere pubblicato su YouTube un video in cui canta indossando un reggiseno viola visibile sotto una giacca nera e una gonna sopra il ginocchio che mostra le gambe nude.

    La ragazza canta: “Sono una persona e ho diritto di parola. Dov’è il vostro rispetto per me? Ti rispetterò, ma tu rispetta me.  Io e te insieme creeremo la nostra libertà”. Alle sue spalle, appaiono sei giovani donne che indossano lunghe tuniche nere e un fazzoletto che copre la loro testa.

    Nel video della canzone – intitolato “Kiz”, che significa ragazza – mentre la cantante si esibisce, le altre donne si tuffano in un lago tra i monti della catena del Tian-Shan per poi riemergere in bikini e pantaloncini corti di jeans all’occidentale. E sono riprese mentre scattano un selfie con un cellulare.

    “Se non cancelli il video e chiedi scusa al popolo kirghiso ti taglieremo la testa”, è stato un commento su Instagram.

    Altri si sono rivolti al padre insegnante: “Tu che sei un educatore, come è possibile che l’hai tirata su in questo modo?”, chiedono. “Non mi piace che si sia fatta ritrarre in reggiseno ma è il suo modo di esprimersi in un paese libero come il Kirghizistan”, ha risposto il padre.

    A sostegno di Zere alcune donne kirghise hanno pubblicato su Facebook una loro foto in reggiseno.

    La cantante ha raccontato di avere scritto la canzone dopo essere rimasta molto colpita dall’assassinio di Burulai Turdaaly, una donna di 20 anni uccisa lo scorso maggio dal suo rapitore. Secondo un recente studio, il 20 per cento delle donne in Kirghizistan viene ancora rapito prima del matrimonio anche se la pratica, in lingua locale “ala kachuu”, è proibita per legge dal 2013.

    Il Kirghizistan, ex Stato dell’Urss, è diventato indipendente dopo la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991 e la maggior parte dei suoi 6 milioni di abitanti è di fede musulmana.

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