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    Kenyatta è il nuovo presidente del Kenya

    Uhuru Kenyatta ha vinto per soli 4 mila voti superando così la soglia del 50%. Ma è sotto processo presso la Corte Penale Internazionale

    Di Ernesto Clausi
    Pubblicato il 9 Mar. 2013 alle 14:37 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:52

    Con un margine ridottissimo di voti Uhuru Kenyatta (ha raccolto il 50,07 per cento) è riuscito a prevalere sul rivale Raila Odinga nelle elezioni in Kenya. In migliaia di persone si stanno riversando nelle strade di Nairobi per festeggiare il nuovo leader. I due candidati, come nelle previsioni, hanno catalizzato il maggior numero di voti, lasciando nettamente indietro gli altri sei.

    Uhuru, attuale vice primo ministro, è figlio del primo presidente della storia del Kenya. Proviene dalla tribu Kikuyu, la più grande e potente comunità etnica del Paese. Èuno degli uomini più ricchi del continente. Ed è oggi sotto processo presso la Corte Penale Internazionale. Con il suo runner mate William Ruto, l’ex capo del Civil Service Francis Muthaura e il conduttore radiofonico Joshua Arap Sang, è accusato di essere il mandante ideologico degli scontri post elettorali del 2007/2008, che causarono circa 1.300 morti e più di 600 mila sfollati.

    Stati Uniti e Regno Unito in particolare avevano già messo in guardia la comunità internazionale, più o meno tacitamente, sulle possibili conseguenze della vittoria di un presidente incriminato. Il voto ha rispecchiato, come nelle previsioni, le linee tribali. E, dopo le violenze di lunedi scorso a Mombasa e Kilifi, il flop del sistema di voto elettronico ha causato ritardi e proteste. Creato per evitare frodi elettorali, sembra aver sortito l’effetto opposto, e il riconteggio manuale ha creato ulteriori sospetti.

    Il numero di voti invalidi aveva preoccupato entrambe le coalizioni principali, Jubilee (Kenyatta) e Cord (Odinga). Kenyatta si è affermato con soli 4 mila voti di scarto per superare la soglia minima del 50 per cento. Questo potrebbe alimentare le proteste e le tensioni. Il presidente della Independent Electoral and Boundaries Commission (Iebc), Ahmed Issack Hassan, ha escluso la possibilità di brogli. Anche il capo degli osservatori elettorali dell’Unione Europea, Alojz Peterle, ha parlato di elezioni pulite.

    Per Raila Odinga, attuale primo ministro e dichiaratosi lontano parente di Barack Obama, è la terza sconfitta. Gli scontri del 2007/8 nacquero proprio dalle sue accuse di frodi elettorali. La sua tribù, I Luo, lamenta di essere emarginata dal governo centrale. Odinga ha già promesso di contestare il voto per vie legali.

    I prossimi giorni diranno se l’esito di queste elezioni sarà accettato, e se i contestatori si fermeranno in Corte oppure si riverseranno nelle strade. A Kibera, slum di Nairobi, la tensione è altissima e sulla costa il Mombasa Republican Council continua la sua campagna separatista. Su Twitter, Al Shabaab cerca di strumentalizzare il contesto socio politico, auspicando scontri tribali. In Kenya, la più grande economia dell’Africa Orientale, si è votato anche per il Parlamento, il Senato e i governi delle quarantasette contee del Paese.

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