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    Julian Assange, verso l’udienza decisiva: l’ultimo appello contro l’estradizione negli Usa

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 20 Feb. 2024 alle 10:29 Aggiornato il 20 Feb. 2024 alle 18:53

    Arriva oggi dinanzi all’Alta Corte di Londra l’ultimo appello del fondatore di WikiLeaks Julian Assange contro l’estradizione negli Stati Uniti, dove è imputato nel processo per la pubblicazione di file militari e diplomatici segreti. La decisione è attesa per domani, 21 febbraio.

    Washington vuole che il cittadino australiano di 52 anni sia estradato dopo essere stato accusato più volte tra il 2018 e il 2020 in relazione alla pubblicazione da parte di WikiLeaks, nel 2010, di file relativi alle guerre guidate dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan. La lunga saga legale nei tribunali britannici ora si avvicina alla conclusione, dopo che Assange ha perso nei giudizi degli ultimi anni.

    Se l’appello dovesse essere accolto, Assange avrà un’altra possibilità di discutere il suo caso in un tribunale di Londra, con una data fissata per un’udienza completa. In caso contrario, il fondatore di WikiLeaks avrà esaurito tutti gli appelli del Regno Unito e sarà avviata la procedura di estradizione, anche se il suo team ha annunciato che farà ricorso ai tribunali europei. La moglie Stella ha detto che chiederà alla Corte europea dei diritti dell’uomo di fermare temporaneamente l’estradizione, se necessario, avvertendo che morirebbe se inviato negli Stati Uniti.

    Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dovuto affrontare forti pressioni, sia a livello nazionale che internazionale, per far cadere i 18 capi d’accusa presentati sotto la presidenza Trump davanti al tribunale federale della Virginia.

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