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    La lettera in cui John Steinbeck spiegava al figlio che cosa vuol dire innamorarsi

    Il premio Nobel John Steinbeck.

    Nel 1958 lo scrittore statunitense premio Nobel scrisse una lettera al figlio quattordicenne per dargli consigli sulle sue prime esperienze con l'amore

    Di TPI
    Pubblicato il 21 Dic. 2018 alle 07:50 Aggiornato il 15 Feb. 2020 alle 17:33

    John Steinbeck, nato nel 1902 e morto nel 1968, è stato uno dei più apprezzati scrittori statunitensi del Novecento, premio Nobel nel 1962 per la sua capacità di raccontare l’animo umano e la sua nazione in opere come Furore, Uomini e topi e La valle dell’Eden.

    Grazie al volume pubblicato postumo Steinbeck: A Life in Letters, che raccoglie una selezione della corrispondenza tenuta dallo scrittore durante la sua vita, è possibile però scoprire anche altri suoi scritti che pur non essendo mai stati resi pubblici prima, mostrano comunque tutto il suo talento.

    Una tra le lettere più belle di questo volume è per esempio quella con cui Steinbeck rispose nel 1958 a suo figlio maggiore Thom, all’epoca quattordicenne, il quale gli aveva confessato in una lettera precedente di essere disperatamente innamorato di una compagna di scuola di nome Susan.

    Ecco le parole, valide ancora oggi, che Steinbeck usò per spiegare al figlio cosa fosse l’amore e come affrontarlo:

    “New York

    10 novembre 1958

    Caro Thom:

    Abbiamo ricevuto la tua lettera stamattina. Risponderò dal mio punto di vista e naturalmente Elaine dal suo.

    Innanzitutto, se sei innamorato, questa è una buona cosa – direi che è la cosa migliore che possa succedere a chiunque. Non lasciare che nessuno la riduca a una cosa piccola e insignificante.

    In secondo luogo, ci sono diversi tipi d’amore. Ce n’è uno egoista, meschino, avido, interessato, che usa l’amore per il proprio narcisismo. Questo è il tipo d’amore brutto e paralizzante. L’altro è un fuoriuscire di tutto ciò che c’è di buono in te – gentilezza, considerazione, rispetto -, che non sono solo il rispetto sociale delle buone maniere ma una forma di rispetto più grande che consiste nel riconoscere un’altra persona come unica e preziosa. Il primo tipo d’amore può renderti ammalato, piccolo e debole, ma il secondo può liberare in te forza, coraggio, bontà e perfino saggezza che non sapevi di avere.

    Dici che questa non è solo una cotta da ragazzini. Se la senti in modo così profondo naturalmente non lo è.

    Ma non credo che tu mi stessi chiedendo cosa provi. Lo sai meglio di chiunque altro. Quello che ti serviva da me era sapere cosa fare al riguardo, e questo posso dirtelo.

    Innanzitutto gioiscine e sii molto felice e riconoscente per il fatto che è successo.

    L’oggetto dell’amore è la cosa più bella che esista. Prova ad esserne all’altezza.

    Se ami qualcuno, non c’è assolutamente nulla di male nel dirlo, però devi ricordare che alcune persone sono molto timide e talvolta quando lo si dice bisogna tenere quella timidezza in considerazione.

    Le ragazze hanno una loro maniera di capire o sentire quello che senti, ma di solito vogliono sentirselo dire.

    A volte succede che quello che senti non sia reciproco per un motivo o per un altro, ma questo non rende i tuo sentimenti meno preziosi e degni.

    Infine, conosco la sensazione che stai provando perché la possiedo anch’io e sono contento che la provi anche tu.

    Saremo lieti di incontrare Susan. Sarà assolutamente benvenuta. Ma sarà Elaine a occuparsene perché quello è il suo campo e sarà molto lieta di farlo. Anche lei sa qualcosa dell’amore e forse può aiutarti più di me.

    E non preoccuparti di perdere. Se deve succedere, succederà: l’importante è non avere fretta. Le cose buone non scappano via.

    Con affetto,

    Papà”

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