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    Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. No di Netanyahu alla proposta di Hamas: “Guerra totale”. Hillary Clinton: “Netanyahu inaffidabile”| DIRETTA

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 8 Feb. 2024 alle 07:10 Aggiornato il 8 Feb. 2024 alle 11:17

    Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, giovedì 8 febbraio

    Per l’intesa con Israele sugli ostaggi, Hamas propone un piano di cessate il fuoco di 135 giorni in tre fasi (45 giorni ciascuna). Il gruppo chiede anche aiuti e l’avvio della ricostruzione della Striscia.. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, giovedì 8 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

    DIRETTA

    Ore 11.00 – Hamas: “Nostra delegazione al Cairo per colloqui” – Una delegazione di Hamas è arrivata questa mattina al Cairo per ”completare i colloqui relativi al cessate il fuoco”. Lo ha fatto su Telegram la fazione islamica spiegando che la delegazione ‘’è guidata dal leader Halil al-Khaya”.

    Ore 10.00 – Israele libera 71 palestinesi arrestati a Gaza – Israele ha rilasciato 71 palestinesi arrestati durante le operazioni militari nella Striscia di Gaza, tra cui 19 donne: lo ha reso noto la polizia di frontiera dello Stato ebraico. I detenuti, arrestati in diverse zone del Territorio costiero, sono stati liberati attraverso il valico di Kerem Shalom.

    Ore 09.00 – Hillary Clinton: “Netanyahu inaffidabile, deve andarsene'” – L’ex segretaria di Stato americana Hillary Clinton critica la gestione della guerra tra Israele e Hamas da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu e ne chiede la cacciata. “Netanyahu dovrebbe andarsene: non è un leader affidabile. È stato sotto il suo controllo che è avvenuta l’aggressione. E seè un ostacolo a un cessate il fuoco deve assolutamente andarsene”, ha detto la Clinton al programma ‘Alex WagnerTonight’ della Msnbc. A una domanda sul rapporto del presidente americano Joe Biden con Netanyahu, l’ex candidata presidenziale democratica ed ex first lady Usa ha dichiarato: “Penso che Biden abbia fatto tutto ciò che poteva: rispondere alle legittime preoccupazioni del popolo israeliano dopo il 7 ottobre, allearsi con Israele di fronte ad un attacco terroristico da parte di un’organizzazione terroristica. Ma penso che sia anche chiaro che Biden sta facendo tutto il possibile per influenzare Netanyahu”.

    Ore 08.00 – Netanyahu: “Guerra fino alla distruzione totale di Hamas” – “Hamas non sopravviverà a Gaza”. Lo ha rimarcato il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza  stampa dopo l’incontro con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. “Solo la vittoria finale ci consentirà di portare la sicurezza nel nord e nel sud di Israele”, ha detto ancora il primo ministro israeliano, riferendosi anche ai confini del Paese con il Libano. “Siamo quasi vicini alla vittoria, che è la distruzione totale di Hamas. Se ci arrendiamo ad Hamas non solo non arriveremo al rilascio degli ostaggi, ma a un secondo massacro. Il giorno dopo la guerra, sarà il giorno dopo Hamas. A Blinken ho detto che dobbiamo smilitarizzare completamente Gaza”.

    Il primo ministro prevede una “normalizzazione” dei rapporto con il mondo arabo al termine del conflitto con Hamas. “Il cerchio della pace si allargherà”, ha detto dopo che l’Arabia Saudita ha dichiarato che non normalizzerà le relazioni con Israele finché la guerra a Gaza non sarà finita e non sarà creato uno Stato palestinese

    Ore 07.00 – Guterres allarmato dall’intenzione di Israele di attaccare a Rafah: “Incubo umanitario” – Il Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto di essere “particolarmente allarmato” dalle notizie secondo cui l’esercito israeliano intende concentrarsi prossimamente su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove hanno cercato scampo centinaia di migliaia di civili in fuga da scontri e bombardamenti.

    “Un’azione del genere aumenterebbe esponenzialmente quello che è già un incubo umanitario con incalcolabili conseguenze regionali”, ha detto Guterres all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, chiedendo nuovamente un immediato cessate il fuoco umanitario e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi.

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