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    Iran: così l’Ue punta a evitare le sanzioni degli Usa

    Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker. Credit: Getty Images

    La Commissione attiva lo statuto di blocco, meccanismo che neutralizza per le aziende europee gli effetti delle misure punitive volute dal presidente americano Trump dopo lo strappo sull'accordo sul nucleare

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 18 Mag. 2018 alle 10:05 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:36

    L’Unione europea eviterà gli effetti extra-territoriali delle sanzioni che gli Stati Uniti hanno deciso di reintrodurre contro l’Iran.

    Bruxelles ha deciso di attivare il cosiddetto statuto di blocco, un provvedimento che consentirà alle aziende europee di continuare a fare affari con Teheran, nonostante le misure punitive volute dal presidente americano, Donald Trump, dopo lo strappo sull’accordo sul nucleare.

    Il provvedimento neutralizza di fatto le sanzioni statunitensi e sarà in vigore da oggi, venerdì 18 maggio 2018.

    Lo ha annunciato il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, durante la conferenza stampa finale del vertice di Sofia sui Balacani.

    “È compito dell’Unione tutelare le imprese europee e questo vale in particolare per le piccole e medie imprese”, ha sottolineato Juncker.

    “Finché gli iraniani rispetteranno i loro impegni, l’Ue si atterrà naturalmente all’accordo di cui è stato un architetto, un accordo che e’ stato ratificato all’unanimita’ dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e che e’ essenziale per preservare la pace nella regione e nel mondo”, ha aggiunto.

    “Ieri sera (alla cena dei leader ndr) sono stato incoraggiato dal nostro dibattito poiché le proposte della Commissione sono state interamente sostenute dai capi di Stato e di governo”, ha proseguito Juncker.

    “Dobbiamo agire ora e agiremo ora. Ecco perché stiamo avviando il processo per utilizzare lo statuto di blocco per neutralizzare gli effetti extra-territoriali delle sanzioni statunitensi sulle compagnie europee”, ha concluso.

    Il cosiddetto “statuto di blocco” fu introdotto nel 1996 per aggirare le sanzioni statunitensi a Cuba, ma non fu mai usato.

    Il meccanismo diventa attivo dopo che gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo sul nucleare con l’Iran, annunciando il ripristino delle sanzioni contro Teheran e minacciando “severe conseguenze” per tutte le aziende che continueranno a fare affari con il paese mediorientale.

    La presa di posizione di Washington ha messo in allarme i governi europei.

    “Non è accettabile” che gli Stati Uniti si siano messi a fare il “poliziotto economico del pianeta”, ha dichiarato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire.

    La minaccia di sanzioni americane alle aziende che hanno rapporti con l’Iran aveva preoccupato diversi colossi europei, in particolare nei settori dell’automotive, del petrolio e del turismo.

    L’accordo sul nucleare con l’Iran

    Nel 2015, dopo oltre un anno e mezzo di difficili trattative, l’Iran ha firmato un accordo con Stati Uniti, Cina, Russia, Germania, Francia e Gran Bretagna concordando di limitare le sue attività nucleari in cambio della revoca di gravi sanzioni economiche.

    Si è trattato di un patto storico, che ha segnato un nuovo capitolo nella storia delle relazioni tra l’Iran e le grandi potenze internazionali.

    Nell’ambito dell’accordo, ufficialmente noto come Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), Teheran si è impegnata a ridurre il numero delle sue macchine utilizzate per arricchire l’uranio e a ridurre drasticamente le scorte di uranio arricchito necessario per la produzione di armi nucleari.

    Il governo iraniano ha sempre sostenuto che il suo programma nucleare non avesse scopi militari.

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