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    Indonesia, attentati kamikaze contro tre chiese cristiane: almeno 13 morti e 41 feriti, Isis rivendica

    Gli attentatori farebbero tutti parte della stessa famiglia: la madre si è fatta esplodere con le due figlie di 12 e 9 anni, mentre il padre e gli altri due figli si sono fatti esplodere in altre due chiese

    Di Francesco Greco
    Pubblicato il 13 Mag. 2018 alle 17:48 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:04

    Indonesia, attentati kamikaze contro tre chiese cristiane: almeno 13 morti e 41 feriti. Isis rivendica

    Tre chiese cristiane sono state attaccate nella città di Surabaya, in Indonesia.

    Gli attentati sono avvenuti in tre luoghi separati intorno alle 7:30 del mattino ora locale (l’1.30 ora italiana).

    Secondo quanto riportato dalla polizia, gli attentati sono stati compiuti tutti da una sola famiglia rientrata dalla Siria: la madre si è fatta esplodere con le due figlie di 12 e 9 anni, mentre il padre e gli altri due figli si sono fatti esplodere in altre due chiese.

    Qui un video postato su twitter da un utente

    Il quotidiano The Independent riporta che secondo il capo della polizia nazionale, Tito Karnavian, sono morte almeno 13 persone tra cui i sei attentatori; altre 40 persone sono rimaste ferite.

    Gli attacchi sono stati compiuti da bambini, adolescenti e adulti di una famiglia rientrata dalla Siria.

    Il capo della polizia locale ha inoltre dichiarato le dinamiche degli attentati: il padre ha fatto detonare un’autobomba, i ragazzi di 18 e 16 anni si sono fatti esplodere a bordo di alcune motociclette e la madre, con le piccole di 12 e 9 anni, si è fatta detonare con dell’esplosivo addosso.

    Un portavoce della polizia di Giava, Frans Barung Mangera, ha detto alla stampa locale che “l’uomo guidava una Toyota Avanza carica di esplosivo e si è schiantato contro il cancello di una chiesa”.

    Mangera ha inoltre dichiarato che “la moglie e le sue due figlie si sono fatte esplodere in una chiesa mentre gli altri due giovani della famiglia si sono fatti detonare su delle moto nel cortile di una terza chiesa”.

    Qui il video in cui una moto esplode in un cortile di una chiesa diffuso dal quotidiano Il Corriere della Sera

    
    

    L’agenzia di stampa Amaq riporta che l’Isis ha rivendicato gli attentati nella città, che è la seconda più grande dell’Indonesia.

    Il presidente dell’Indonesia Joko Widodo si è recato nei luoghi degli attacchi e ha dichiarato: “Questo atto è barbaro e al di là dei limiti dell’umanità; ha causato vittime tra membri della società, polizia e persino bambini innocenti”.

    In questo momento l’allerta è massima in Indonesia: The Independent riporta che attualmente le strade in prossimità delle chiese colpite sono state chiuse al traffico con dei posti di blocco e che la polizia e gli artificieri stanno raccogliendo delle prove scientifiche sui luoghi delle esplosioni.

    Ci sono stati momenti di tensione quando per le strade della città si è udita una quarta esplosione, ma la polizia ha comunicato che si trattava di un esplosivo fatto detonare in sicurezza dagli artificieri.

    L’Indonesia è il più popoloso paese musulmano al mondo e già nel 2002 aveva subito un attacco terroristico, a Bali.

    In quell’occasione morirono 202 persone e a eseguire l’attacco fu la Jemaah Islamiyah, cellula estremista islamica collegata ad Al Qaeda.

    Da allora l’Indonesia aveva portato avanti una lotta serrata al terrorismo, ma già nel 2016 cinque uomini avevano attaccato una zona commerciale a Giacarta, uccidendo 4 persone e ferendone 23.

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