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    India: bambina di 8 anni stuprata e uccisa, gli induisti difendono gli accusati

    Il corpo di Asifa Bano è stato trovato in una foresta del Kahsmir

    Il caso della piccola Asifa Bano sta accrescendo le tensioni religiose tra musulmani e induisti in Kashmir

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 13 Apr. 2018 alle 11:05 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:03

    In India lo stupro e l’uccisione di una bambina di 8 anni sta accrescendo la tensione tra musulmani e induisti. La violenza risale al gennaio 2018, ma il caso è tornato alla ribalta all’inizio di aprile dopo che otto uomini sono stati arrestati perché ritenuti responsabili del delitto.

    La bambina, Asifa Bano, faceva parte della tribà nomade musulmana dei Bakarwal, mentre le persone finite in manette sono membri della comunità indù.

    Il corpo della bambina è stato trovato il 17 gennaio 2018 in una foresta vicino a Kathua del Kashmir indiano. Secondo gli investigatori la piccola è stata violentata e poi strangolata.

    Mohammad Yusuf Pujwala, il padre della vittima, ha dichiarato al quotidiano statunitense New York Times che ritiene che sua figlia sia stata uccisa dagli induisti al solo scopo di allontanare la sua gente dalla regione.

    La polizia indiana, inoltre, ha dichiarato che la bambina è stata uccisa in un tempio indù e che il custode del tempio ha progettato la sua morte come un modo per tormentare i Bakarwal.

    Tra le persone accusate dell’omicidio e dello stupro ci sono un funzionario governativo in pensione, quattro agenti di polizia e un minorenne.

    Dopo gli arresti, a Kathua sono scoppiate violente proteste. Uomini e donne della comunità induista hanno bloccato un’autostrada e proclamato uno sciopero della fame. I dimostranti chiedono il rilascio delle persone arrestate.

    Diversi esponenti di spicco della forza politica dominante dell’India, il partito nazionalista indù Bharatiya Janata, chiedono che il caso venga sottratto alle mani della polizia di stato, sostenendo che dovrebbe essere assegnato al Central Bureau of Investigation, che a loro avviso sarebbe un’agenzia migliore e più neutrale.

    Secondi molti, si tratta di un tentativo di ottenere clemenza per gli accusati, visto che il Central Bureau of Investigation è un braccio del governo centrale, controllato dal partito induista.

    I funzionari della polizia dicono di avere prove fisiche e test del Dna che collegano gli imputati alla morte di Asifa. Gli investigatori hanno interrogato più di 130 testimoni.

    Il supporto mostrato agli accusati ha generato contro manifestazioni per chiedere che venga fatta giustizia sul delitto.

    Su Twitter si sono rapidamente diffusi gli hashtag #Kathua e #justiceforAsifa. Alcune persone hanno paragonato la morte di Asifa con il brutale stupro di gruppo e l’omicidio di una donna di 22 anni a Delhi, che ha portato a cambiamenti nelle leggi sullo stupro in India.

    Rahul Gandhi, il capo del principale partito di opposizione del Congresso, ha guidato una marcia a lume di candela a Delhi nella notte tra il 12 e il 13 aprile 2018.

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