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    L’India ha rimosso la tassa sugli assorbenti dopo la mobilitazione delle attiviste

    Credit: NDRANIL MUKHERJEE

    Nel paese si stima che quattro donne su cinque non abbiano accesso agli assorbenti igienici e il ciclo mestruale spesso costringe le ragazze a non andare a scuola

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 22 Lug. 2018 alle 14:21 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:02

    Dopo mesi di mobilitazione da parte delle attiviste, l’India ha eliminato la tassa che aveva introdotto lo scorso anno sui prodotti sanitari. L’imposta, conosciuta come GST, si applicava a tutti i beni, inclusi i prodotti sanitari femminili come assorbenti e tamponi mestruali, per un importo pari al 12 per cento del prodotto.

    Con l’introduzione della tassa anche sugli assorbenti, considerati beni di lusso, nel paese è nata una mobilitazione immediata contro il provvedimento, con manifestazioni e petizioni, una delle quali ha ottenuto più di 400mila firme.

    Le attivista, infatti, sostenevano che la tassa avrebbe reso ancora più difficile per le donne procurarsi questo tipo di prodotti sanitari, in un paese in cui si stima che quattro donne su cinque non abbiano accesso ad articoli come gli assorbenti igienici.

    L’annuncio è stato fatto dal ministro delle finanze ad interim dell’India, Piyush Goyal, che ha affermato di essere “sicuro che tutte le madri e le sorelle saranno molto felici di sapere che gli assorbenti sono ora esenti al 100 per cento dalle tasse”.

    La notizia della rimozione della tassa è stata accolta favorevolmente dagli attivisti, come riporta la Bbc.

    “Questo è stato un passo tanto atteso e necessario per aiutare le ragazze e le donne a rimanere a scuola e a lavoro, e a praticare un’adeguata igiene mestruale”, ha detto alla Thomson Reuters Foundation Surbhi Singh, fondatrice dell’associazione per la consapevolezza sulla salute mestruale Sachhi Saheli.

    “Questo le aiuterà a crescere, a mostrare il loro vero potenziale”, ha spiegato.

    In India il ciclo mestruale è uno dei motivi principali per cui le ragazze lasciano la scuola. Molte sono costrette a stare a casa perché non hanno accesso ai prodotti sanitari per l’igiene mestruale. Alcune donne usano stoffa o stracci – che, se non puliti, possono aumentare il rischio di infezioni.

    La legge italiana non considera gli assorbenti un bene di prima necessità, quindi questi vengono tassati con l’Iva al 22 per cento, come le automobili e i televisori. Alcuni esempi di Iva agevolata al 10 per cento sono per carne, birra, cioccolato, ma anche tartufo e merendine (qui l’approfondimento di TPI).

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