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    L’inchiesta di Associated Press sull’ospedale Bambin Gesù di Roma

    Credit:Reuters

    L'agenzia di stampa internazionale accusa l'ospedale pediatrico gestito dalla Città del Vaticano di condurre pratiche sanitarie scorrette per interessi economici

    Di TPI
    Pubblicato il 7 Lug. 2017 alle 14:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:58

    Il 3 luglio l’agenzia di stampa Associated Press ha pubblicato un’inchiesta sull’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, gestito dalla Città del Vaticano ma al tempo stesso parte del sistema sanitario nazionale italiano. Quest’inchiesta e le accuse emerse contro la struttura sono state definite dall’ospedale come “congetture false, datate e gravemente infamanti”.

    L’inchiesta sostiene che il Bambin Gesù – definito da Ap “Pope’s Hospital” – è fortemente interessato ai profitti, mettendo in secondo piano la cura dei bambini e le condizioni della struttura.

    Da diversi anni l’ospedale avrebbe iniziato una serie di tagli economici che hanno creato numerosi disagi e messo a rischio la salute dei pazienti. Accuse prontamente smentite, punto per punto, dal Bambin Gesù.

    Queste accuse, secondo l’agenzia statunitense, sono state rilevate anche in un’inchiesta segreta condotta dallo stesso Vaticano nel 2014 per indagare sulla gestione dell’ospedale, all’epoca diretto da Francesco Profiti, accusato da AP di essersi concentrato sul creare filiali del Bambin Gesù nell’Italia meridionale mentre venivano tagliati i fondi per l’ospedale romano.

    Il Vaticano ha poi dato inizio nel 2015 a una seconda inchiesta, in cui sono rigettate tutte le criticità della struttura oggi riportate da AP.

    Il Bambin Gesù ha notato che l’inchiesta si appella a un documento mai pubblicato del 2014 in cui ci si limita a raccogliere lamentele e criticità emerse ascoltando dipendenti ed ex dipendenti.

    Inoltre, non è stato preso in considerazione il secondo rapporto, dal titolo The Clinica Evaluation of Bambino Gesù Hospital Vatican City e realizzato nel gennaio 2015 da un team statunitense di esperti indipendenti, in cui tutte le accuse che oggi AP rivolge alla struttura sono smentite. Con la sola eccezione dei pochi spazi disponibili per la terapia intensiva, un fatto di cui, secondo l’ospedale, la gestione è al corrente e che sta cercando di risolvere.

    AP cita poi alcuni casi specifici di criticità, a ciascuna delle quali l’ospedale Bambin Gesù ha risposto.

    Secondo l’agenzia statunitense, nel 2011 un reparto che ospitava bambini malati di tumore sarebbe stato colpito da un’infezione durata ben 21 mesi quando sarebbe potuta essere messa sotto controllo in poco tempo. Nell’infezione sarebbero morti inoltre otto bambini.

    La stessa AP ha ricordato un caso del 2006 di un bambino morto a causa di un’infezione mentre era ricoverato al Bambin Gesù, per cui il tribunale di Roma ha condannato l’ospedale a risarcire la famiglia di 2,2 milioni di euro.

    Il Bambin Gesù ha risposto che le accuse relative alle infezioni fuori controllo sono false. I dati citati dall’ospedale mostrano che nella struttura il tasso di infezioni sia sceso dal 7,6 per cento del 2006 all’1,8 del 2016, diminuendo in tutto del 76 per cento in dieci anni e andando al di sotto della media europea e statunitense.

    Un’altra accusa mossa da AP verso il Bambin Gesù è stata quella relativa ai materiali e alle medicine di bassa qualità. Secondo l’agenzia, l’ospedale avrebbe usato aghi per siringhe che si sarebbero spezzati nelle vene dei pazienti più piccoli, mentre alcuni antibiotici da utilizzare nell’arco di poche ore sarebbero stati conservati nella struttura per mesi.

    Il Bambin Gesù ha replicato dichiarando che i fornitori di aghi per siringhe della struttura sono tra i principali operatori del settore, e che a tal riguardo l’inchiesta svolta nel 2015 da un team statunitense sullo stato dell’ospedale ha definito i materiali sanitari usati al Bambin Gesù come “di buona qualità, in quantità sufficiente e utilizzati dal personale in modo appropriato”.

    Un’ulteriore accusa mossa verso l’ospedale da AP è stata quella di avere fatto in modo di aumentare gli interventi eseguiti per ottenere un rimborso maggiore da parte dello stato italiano. Questo modus operandi sarebbe andato avanti fino al 2015 e avrebbe comportato, tra le altre cose, il rendere più brevi i tempi delle anestesie, arrivando a casi di pazienti che si sarebbero svegliati a operazione in corso, il tutto per liberare la sala operatorio in tempi più brevi possibile.

    Questa accusa è stata definita dal Bambin Gesù come “infamante” , oltre che “inverosimile”, dal momento che talvolta è capitato che i pazienti siano stati fatti uscire addirittura ad anestesia ancora in corso e che sono fatti passare non meno di 12 minuti tra un intervento e l’altro nelle sale operatorie.

    Oltre alle risposte dell’ospedale, sulla vicenda è intervenuto anche il Vaticano, attraverso il capo della sala stampa Greg Burke, che ha dichiarato: “Nessun ospedale è perfetto, ma è falso e ingiusto far pensare che all’ospedale Bambin Gesù ci siano minacce per la salute dei bambini”.

    Il Bambin Gesù è sempre stato considerato tra le eccellenze tra gli ospedali pediatrici, al punto da essere considerato la miglior struttura italiana di questo tipo in diverse classifiche.

    Proprio nello stesso periodo in cui AP ha pubblicato la sua inchiesta, il Bambin Gesù si è offerto di ospitare Charlie Gard, il bambino britannico affetto da una rara malattia per cui non esiste una cura accettata, al centro di un caso sanitario e giuridico che sta facendo discutere in tutto il mondo.

    Nel 2017, durante la visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Roma, la first lady Melania Trump si è recata in visita presso l’ospedale.

    Il Bambin Gesù sorge a Roma, al Gianicolo, ed è nato nel 1869 su iniziativa della nobile famiglia Salviati. Alla fine del Diciannovesimo secolo si spostò dalla sua prima sede nel rione Regola al Gianicolo, dove tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento fu costruita l’attuale struttura.

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