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    Migranti, incendio in un centro d’accoglienza in Bosnia: almeno 32 feriti

    Foto d'archivio Credit: Kamila Stepien/MSF
    Di Marta Facchini
    Pubblicato il 1 Giu. 2019 alle 13:17 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:40

    incendio centro accoglienza migranti bosnia | Almeno 32 migranti sarebbero rimasti feriti in un incendio scoppiato nelle prime ore di questa mattina, sabato 1 giugno, in un centro di accoglienza a Velika Kladusa, nel nordovest della Bosnia-Erzegovina, al confine con la Croazia. A dare la notizia sono stati media locali, che riferiscono come sul posto siano accorsi numerosi mezzi dei vigili del fuoco, impegnati nello spegnimento delle fiamme.

    I feriti sono stati ricoverati in ospedali della zona. Hanno riportato ustioni e tagli causati dalla rotture dei vetri delle finestre mentre tentavano di sfuggire alla fiamme. Altri migranti hanno riportato ferite dopo essere scappati saltando dal secondo piano della struttura.

    Secondo le prime informazioni, le fiamme si sarebbero sviluppate a causa di una disattenzione degli ospiti del centro.

    incendio centro accoglienza migranti bosnia | La condizione dei migranti al confine con la Croazia. Secondo un’indagine realizzata da Amnesty International, la polizia croata mette in atto un violento sistema di respingimenti ed espulsioni nei confronti di migliaia richiedenti asilo.

    Nel rapporto “Spinti ai margini: violenza e abusi contro i rifugiati e i migranti lungo la rotta balcanica”, l’organizzazione umanitaria denuncia anche che almeno  5500 uomini, donne e bambini sono intrappolati all’interno di fabbriche dismesse, privi di servizi di prima necessità, in due piccole città bosniache nei pressi del confine con la Croazia, Bihac e Velika Kladusa.

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    “La Bosnia ed Erzegovina non è in grado di offrire loro (ai migranti, ndr) protezione o condizioni di vita adeguate. Nei campi improvvisati mancano igiene, acqua calda e cure mediche e il cibo è insufficiente” è la denuncia di Massimo Moratti, direttore delle ricerche dell’Ufficio europeo di Amnesty International, che accusa anche i governi dell’Unione Europea, ritenuti complici.

    “Denunciamo come i governi europei, dando priorità ai controlli di frontiera più che al rispetto del diritto internazionale, stanno non solo chiudendo gli occhi di fronte al comportamento crudele della polizia della Croazia ma addirittura ne stanno finanziando le attività, alimentando così una crescente crisi umanitaria ai margini dell’Unione europea”, scrive Amnesty International.

    A riportare i soprusi che i migranti subiscono lungo la rotta balcanica è stata anche Medici Senza Frontiere, che ha sottolineato come i richiedenti asilo non solo subiscono violenti respingimenti ma vivono nella quasi totale assenza di servizi di base.

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