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    Incendi Grecia, la storia del pompiere che per soccorrere altre vite non è riuscito a salvare il figlio di sei mesi

    L'uomo era impegnato a prestare aiuto nell'aera di Mati mentre la sua casa andava fuoco e la figlia moriva soffocata dal fumo

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 27 Lug. 2018 alle 13:38 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:40

    È morto soffocato dal fumo”: così è deceduta la vittima più giovane degli incendi che per giorni hanno devastato la Grecia.

    Aveva solo sei mesi e per una triste ironia della sorte era il figlio di uno dei pompieri impegnati nei salvataggi.

    Il vigile si era precipitato sul luogo degli incendi non appena scattato l’allarme, impegnato a domare le fiamme nell’area di Mati, non sapeva che gli incendi avevano raggiunto anche la sua abitazione, provocando la morte del figlio appena nato e ferendo in modo grave la moglie, che ora lotta tra la vita e la morte nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale.

    Lo ha raccontato Dimitris Stathopoulos, presidente della Federazione Greca dei Dipendenti del Corpo dei Vigili del Fuoco, alla tv greca ANT, come riporta il quotidiano greco Makeleio

    Stathopoulos ha parlato per la prima volta di questa tragedia nazionale, che ha colpito la Grecia causando 85 morti, decine di dispersi e danni a oltre 1.500 abitazioni.

    Secondo Stathopoulos, il vigile del fuoco si è precipitato a compiere il suo dovere e non ha potuto salvare la sua famiglia.

    Per l’incendio che è iniziato a Mount Pendeli e si è diffuso a Mati, la città dove si trovava la maggioranza delle vittime, “ci sono molte domande e non nascondo una cosa seria che ha portato a un’indagine”, ha riferito il vice ministro alla Sicurezza pubblica Nikos Toskas in una conferenza stampa tenuta insieme al portavoce del governo Dimitris Tzanakopoulos e ai capi dei vigili del fuoco e della polizia. Il governo greco ha presentato all’autorità giudiziaria un “caso grave” di “atti criminali”.

    Per l’incendio a Kineta ad ovest di Atene, che ha preceduto poche ore prima quello di Pendeli e non ha fatto vittime, il ministro ha detto che c’erano anche “elementi seri e tracce” che potrebbero far pensare a un atto doloso. “Ci sono testimonianze ma non posso dire altro ora”, ha aggiunto.

    Toskas ha anche sottolineato che lunedì le condizioni climatiche erano estreme. “I venti hanno raggiunto i 120 km orari”, ha detto il tenente generale Sotiris Terzoudis.  Le fiamme si sono diffuse velocemente e hanno bruciato oltre 20 chilometri quadrati di territorio. Si stima che almeno 2.500 case siano state distrutte.

    Mentre le critiche non si fermano, il portavoce del governo ha sottolineato che l’evacuazione di Mati non è stata possibile prechè tutto è avvenuto in breve tempo, appena un’ora e mezza, e che i venti erano forti.

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