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    Le foreste infuocate dell’Indonesia

    Da luglio del 2015 le foreste dell'Indonesia bruciano senza sosta. La situazione sta peggiorando. Cosa sta succedendo?

    Di TPI
    Pubblicato il 12 Nov. 2015 alle 14:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:08

    Da luglio del 2015 l’Indonesia è colpita da centinaia di incendi concentrati soprattutto nella regione del Kalimantan, sull’isola del Borneo.

    Il fumo provocato dalle fiamme si sta espandendo in tutto il territorio, sconfinando non solo nella vicina Malesia, ma anche in Thailandia e a Singapore.

    Le esalazioni di gas che si stanno concentrando nell’atmosfera sono la causa di migliaia di complicazioni alle vie respiratorie dei cittadini indonesiani e, secondo Greenpeace, 110mila persone perderebbero la vita ogni anno. 

    Il fenomeno degli incendi è comune nella stagione secca in Indonesia. All’inizio dell’estate è normale assistere alla distruzione di foreste intere, ma la situazione si è aggravata negli ultimi anni.

    Secondo le organizzazioni per la difesa ambientale, le responsabilità sarebbero da imputare ai produttori agricoli della zona. La regione del Kalimantan è infatti sfruttata per le grandi monocolture – la principale è quella della palma da olio, di cui l’Indonesia è il primo produttore mondiale – e per la raccolta del legname. 

    Per lasciare spazio ai campi coltivabili, grosse e piccole aziende hanno distrutto parte della flora dell’isola, drenando le torbiere tipiche dell’Indonesia.

    Questa pratica, insieme alla deforestazione, aumenta la possibilità che si verifichino incendi. Le torbiere, inoltre, racchiudono un’altissima percentuale di anidride carbonica, che viene rilasciata nell’aria quando il terreno prende fuoco e che potrebbe aumentare considerevolmente l’inquinamento globale.

    Secondo gli ambientalisti, i produttori agricoli non sarebbero solamente indirettamente responsabili degli incendi, ma anche direttamente coinvolti.

    Si è infatti diffusa la pratica a basso costo che prevede il dar fuoco alle sterpaglie presenti nei campi prima di ogni ciclo di coltivazione, per rendere più fertile il terreno. Se effettivamente la cenere rende più ricco il campo nell’immediato, a lungo andare lo impoverisce, rendendolo sterile. 

    Gli incendi appiccati volontariamente non sempre vengono controllati in maniera appropriata e spesso invadono i terreni limitrofi, non destinati alla coltivazione. Anche quando il fuoco è monitorato correttamente, il fumo travalica i confini delle coltivazioni, disturbando e intossicando la fauna che vive nelle foreste circostanti.

    In Indonesia sono presenti poche centinaia di esemplari di oranghi, tigri, rinoceronti ed elefanti, tutti animali in via d’estinzione che, a causa della distruzione del loro habitat, stanno scomparendo del tutto.

    Il WWF ha lanciato l’allarme, affermando che entro il 2020 le foreste dell’Indonesia potrebbero scomparire del tutto. Se 50 anni fa l’82 per cento del territorio era coperto da foreste, già nel 1995 la percentuale è scesa al 52 per cento.

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