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    Il grano di al-Baghdadi

    Non solo il petrolio, anche l'agricoltura è una risorsa essenziale per l'Isis, che oggi controlla 530mila tonnellate di frumento

    Di Bianca Senatore
    Pubblicato il 29 Set. 2014 alle 15:44 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:12

    La guerra contro l’Isis potrebbe durare diversi anni, ha comunicato il 7 settembre scorso un funzionario statunitense della Casa Bianca.

    Ieri sera il presidente Obama ha dichiarato che l’intelligence ha sottovalutato il potenziale dell’Isis in Siria, che è una preoccupazione più immediata di Assad, e anche che “la Siria è il ground zero per i jihadisti”.

    Il potere dell’Isis non è solo politico, ma anche economico. Lo Stato Islamico ha accumulato un patrimonio di quasi 2 miliardi di dollari e gran parte di questa fortuna l’ha recuperata gestendo le riserve alimentari in Iraq, anche se finora nessuno è riuscito a calcolare esattamente quali e quante centrali di stoccaggio di cereali siano nelle mani dei terroristi di al-Baghdadi.

    (Qui un video del Guardian spiega come si finanzia l’Isis)

    Quel che è certo è che nel territorio del governatorato di Ninawa, la cui capitale è Mosul (che per inciso è anche una delle roccaforti dello Stato Islamico in Iraq), sono controllati dall’Isis otto silos di proprietà del ministero del Commercio, il cui stoccaggio attuale è di 200mila tonnellate di frumento.

    Sotto il controllo regionale del Kurdistan c’è ancora il silos di Dohuk, nella parte settentrionale dell’Iraq, che produce 70mila tonnellate di prodotti agricoli consegnati direttamente agli agricoltori.

    Nei depositi della Iraqi Company for Seeds Production, una compagnia che si occupa di prodotti agricoli nel Paese, ci sono circa 10mila tonnellate di semi di grano e 115mila tonnellate di chicchi d’orzo nelle zone controllate dall’Isis, mentre 186mila tonnellate sono attualmente conservate nei depositi di Been Nahrin Company.

    (Ad Hammam Al Alil, vicino Mosul, nel nord dell’Iraq, 28 luglio 2005. Truppe statunitensi cercano armi in un deposito di grano. Reuters/Andrea Comas).

    Con l’avanzata delle truppe, sono finiti sotto il controllo di al-Baghdadi anche cinque silos su sette nel governatorato di Salah Al-Din, a nord di Baghdad, che contengono 390mila tonnellate di grano, mentre i 2 silos rimasti (per ora) sotto il controllo del governo hanno una capacità di 150mila tonnellate.

    Il totale delle risorse alimentari nelle mani dei terroristi dello Stato Islamico, dunque, ammonterebbe a 530mila tonnellate di frumento, anche se non è chiaro in che modo pensano di sfruttarle per poter alimentare la macchina del denaro.

    “Anche se non sappiamo con certezza di un piano di smaltimento di questo grano – ha detto Fadel El-Zubi, rappresentante della Fao in Iraq – ci è stato segnalato che almeno 67mila tonnellate di farina sono state distribuite dall’Isis con il suo logo nel periodo tra luglio e inizio settembre 2014 in sostituzione della quota distribuita in precedenza dal governo attraverso il sistema di distribuzione pubblica”.

    Il tutto avviene nelle zone sotto lo stretto controllo dell’Isis, a beneficio di poche migliaia di persone, mentre il resto del Paese soffre la fame. Sia nelle città che nelle zone rurali, la popolazione irachena sta infatti attraversando una delle peggiori carestie degli ultimi anni.

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