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    Il discorso di Obama

    Cosa ha detto il presidente americano nel suo sesto discorso sullo stato dell'Unione

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 21 Gen. 2015 alle 18:07 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:26

    Alle 21 di ieri secondo il fuso orario di Washington, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto il suo sesto discorso sullo stato dell’Unione.

    Questo discorso rappresenta uno degli obblighi del presidente, che, secondo l’articolo due della terza sezione della costituzione degli Stati Uniti, deve “riferire periodicamente davanti al congresso sullo stato dell’unione”, ovvero del suo Paese. La prassi vuole che questo discorso si tenga una volta l’anno, tra gennaio e febbraio.

    Ieri, di fronte al congresso, Obama ha esortato gli Stati Uniti a “voltare pagina”, visti gli ottimi risultati dell’economia americana nel 2014 che hanno visto, tra le altre cose, la disoccupazione raggiungere il livello minimo da quando è iniziata la crisi economica.

    Il discorso di Obama

    Obama si è poi focalizzato su alcuni punti specifici. Le tasse sono state un argomento cruciale del suo discorso, in cui ha proposto di aumentarle per i cittadini più ricchi e per le società finanziarie più grandi, oltre a chiarire la necessità di impedire, attraverso apposite riforme, le aziende americane di pagare le tasse fuori dagli Stati Uniti. I soldi ricavati servirebbero a ridurre la pressione fiscale su famiglie e ceto medio e per rendere gratuititi due anni di università per nove milioni di studenti.

    Inevitabilmene anche il terrorismo e la lotta combattuta dagli Stati Uniti contro di esso sono stati un tema fondamentale del discorso di Obama: in questo senso, ha chiesto al congresso di autorizzare l’uso della forza contro lo Stato Islamico. Ha inoltre ribadito il diritto degli Stati Uniti ad agire unilateralmente e in autonomia contro il terrorismo.

    Forte degli ultimi risultati ottenuti in politica estera (l’accordo sul clima con la Cina e il dialogo in corso con Cuba), si è soffermato sui progressi nei rapporti con l’Iran e con Cuba. Ha infatti detto che bloccherà eventuali sanzioni del congresso contro Teheran per evitare di rendere vani risultati ottenuti nei colloqui sul nucleare, mentre sui rapporti con L’Avana ha chiesto di “provare qualcosa di nuovo”, esortando a porre fine all’embargo.

    Obama ha inoltre lanciato un nuovo appello per la lotta contro il riscaldamento globale, ricordando che, secondo il Pentagono, è “un rischio immediato per la sicurezza nazionale”.

    Riguardo la sicurezza informatica, invece, ha chiarito che è bene promulgare leggi migliori per arginare gli attacchi degli hacker, che potrebbero rendere più vulnerabili gli Stati Uniti e la loro economia.

    Come vuole la prassi, durante il discorso che si svolge alla presenza dell’intero governo, l’intero congresso e l’intera corte suprema (quindi tutti e tre i poteri dello stato), non ha partecipato un Ministro. Questo fatto è dovuto a fare in modo che, in caso di attentato, rimanga vivo. Il membro designato questa volta è stato il ministro dei Trasporti Anthony Fox.

    Il discorso sullo stato dell’Unione di ieri è stato seguito in diretta tv da 30 milioni di persone.

    IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI OBAMA
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