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    Il destino dei rifugiati siriani

    L’Onu aveva interrotto la distribuzione di aiuti alimentari per i rifugiati. Ora ha trovato la soluzione, ma solo fino a gennaio

    Di Laura Stahnke
    Pubblicato il 9 Dic. 2014 alle 08:55 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:42

    Il primo dicembre il Programma Alimentare Mondialel’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di emergenze alimentari, ha annunciato di aver terminato i fondi disponibili per i rifugiati siriani presenti in Iraq, Egitto, Giordania, Libano e Turchia, e che non sarebbe più stata in grado di sostenere la distribuzione di cibo destinata ai rifugiati.

    Immediatamente dopo l’annuncio, il Programma Alimentare Mondiale ha lanciato sui social media una campagna pubblica di raccolta di fondi usando l’hashtag #ADollarALifeline.

    Grazie all’aiuto di singoli donatori, governi e corporazioni private, l’agenzia delle Nazioni Unite è riuscita a raccogliere più di 80 milioni di dollari nel giro di pochi giorni.

    Questo assicurerà cibo ai rifugiati siriani in Egitto, Giordania, Libano, Iraq e Turchia per il mese di dicembre e parzialmente di gennaio, ma non vi sono ancora fondi per assicurare la distribuzione di beni alimentari nel medio e lungo termine.

    Se non si troveranno soluzioni durature, si prevede una crisi alimentare che coinvolgerà fino a 1,7 milioni di profughi siriani che attualmente risiedono tra questi cinque Paesi del Medio Oriente.

    Lo scorso settembre il Programma Alimentare Mondiale aveva avvertito che i fondi destinati all’emergenza alimentare per i rifugiati siriani non erano sufficienti a coprire le necessità di milioni di sfollati.

    L’organizzazione aveva già allora ridotto le razioni di cibo distribuite in Siria, diminuito il valore dei buoni alimentari per i rifugiati in Iraq, Turchia e Libano, e più che dimezzato il numero di assistiti in Egitto.

    In Turchia, Libano e Giordania – i Paesi del Medio Oriente che hanno accolto il maggior numero di siriani – i rifugiati sono fortemente limitati nell’accedere al mercato del lavoro, a causa di leggi che proteggono i lavoratori locali.

    Senza fonti di reddito e con l’interruzione della fornitura di cibo, migliaia di famiglie non avranno più niente su cui poter contare.

    “Questa notizia non poteva arrivare in un momento peggiore”, dice Antonio Guiterres, che lavora all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

    “L’inverno è già di per se un periodo estremamente duro per i rifugiati siriani. Ora la sospensione dell’assistenza alimentare sarà devastante. Colpirà decine di migliaia di famiglie che dipendono quasi completamente dagli aiuti internazionali.”

    Il numero di rifugiati siriani nei Paesi confinanti con la Siria supera i tre milioni. Solamente la Turchia e il Libano hanno ufficialmente accolto circa 1 e 1,1 milione di rifugiati rispettivamente, a partire dall’inizio della guerra civile siriana nel 2011.

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