Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Il caso Ergenekon

    L’organizzazione Ergenekon stroncata dai verdetti del tribunale di Silivri. Condannati al carcere ex generali e uomini politici

    Di Elsa Pasqual
    Pubblicato il 6 Ago. 2013 alle 18:41 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:51

    Ilker Basbug, l’ex capo di Stato Maggiore della Turchia, è stato condannato all’ergastolo dal tribunale di Silivri con l’accusa di voler rovesciare il governo di Recep Tayyip Erdogan.

    Erano circa 300 gli imputati tra cui giornalisti, militari e professori. Solo 21 di questi sono stati assolti.

    Oltre a Basbug sono stati condannati all’ergastolo anche altri ex generali, tra cui Hursit Tolon, un ex capo dell’esercito. Altre pene carcerarie sono state inflitte a tre parlamentari dell’opposizione del Partito Popolare Repubblicano (Chp) che si sono aggiudicati dai 12 ai 35 anni di carcere.

    I verdetti sono stati resi noti lunedì 5 agosto dopo un’inchiesta iniziata nel giugno del 2007 su un presunto gruppo terroristico chiamato Ergenekon, di cui farebbero parte militari, uomini d’affari, professionisti e agenti segreti con l’intento di infiltrarsi nell’apparato governativo per rovesciarlo dall’interno.

    L’indagine sul gruppo è cominciata da una segnalazione anonima che ha fatto trovare alla polizia una carica esplosiva in una casa di un ufficiale in pensione. Ancor prima del verdetto, le autorità turche già si aspettavano reazioni da parte della popolazione, tanto da vietare manifestazioni, rinforzando la sicurezza vicino al tribunale e posizionando barricate intorno al palazzo di giustizia, ma ciò non è bastato a fermare le proteste.

    Subito dopo l’annuncio delle sentenze, sono cominciati gli scontri tra manifestanti e polizia sia vicino al tribunale che a Istanbul e nella capitale Ankara.

    I manifestanti hanno lanciato pietre contro la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni e idranti.

    Il portavoce del governo turco, Bulent Arinc, ricorda: “Tra i condannati ci sono nomi famosi presso l’opinione pubblica. Ci sono alcune persone che hanno servito lo Stato e anche alcuni burocrati di alto livello. Ma questo è un dato di fatto del sistema giudiziario, nessuno ha il privilegio di commettere un crimine. C’è un verdetto, dobbiamo rispettarlo”.

    L’opposizione del governo, il Partito Popolare Repubblicano, accusa però il governo di Erdogan di aver costruito a tavolino questo processo per sbarazzarsi di alcuni suoi oppositori.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version