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    I Baka cacciati dalla foresta

    La popolazione indigena delle foreste tropicali in Africa è vittima di aggressioni per mano di personale finanziato dal Wwf

    Di Ludovico Tallarita
    Pubblicato il 8 Ott. 2014 alle 16:54 Aggiornato il 9 Set. 2019 alle 19:23

    I Baka, una popolazione di cacciatori-raccoglitori che vive nelle foreste tropicali dell’Africa centrale, stanno subendo gravi abusi perpetrati da squadre anti bracconaggio finanziate dal Wwf.

    Secondo Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, i Baka sono vittime di pratiche discriminatorie da parte del governo del Camerun e stanno perdendo il diritto a occupare le loro terre ancestrali.

    Buona parte dei territori dei Baka, secondo quanto emerge da un recente rapporto, è stata convertita ad area protetta, una denominazione che però include anche zone riservate ai safari di caccia.

    I Baka sono un gruppo etnico che abita le foreste pluviali del Camerun, della Repubblica del Congo, del Gabon e della Repubblica Centrafricana. Sono cacciatori e raccoglitori. Si dedicano alla caccia con le trappole o con archi e balestre. Fra loro è diffusa la lavorazione di oggetti a intreccio, come cestie e stuoie. Vivono in capanne chiamate mòngulu a forma di igloo realizzate prevalentemente da donne che le costruiscono con foglie, rami e fango.

    Come in molte tribù africane, le donne detengono molte delle responsabilità del lavoro gironaliero. Tra i Baka, i bambini sono molto numerosi perché più figli si fanno, più una famiglia è considerata prestigiosa nella comunità.

    “Un tempo la foresta era dei Baka, ora non lo è più. Ci muovevamo a seconda dei cicli stagionali, ma adesso abbiamo paura”, ha raccontato un membro Baka. “Come possono proibirci di andare nella foresta? Non sappiamo come vivere diversamente. Ci picchiano, ci uccidono e ci costringono a fuggire in Congo”.

    Il ministero delle Foreste e della Fauna del Camerun, che è responsabile per l’assunzione delle autorità incaricate di sorvegliare le aree protette, riceve finanziamenti dal Wwf oltre ad assistenza di vario tipo per il personale, senza la quale le squadre anti bracconaggio non sarebbero in grado di svolgere la loro funzione.

    Secondo Survival International, i guardiaparco e le autorità reclutate dal governo camerunense si disinteressano del bracconaggio organizzato e invece perseguitano i Baka, che cacciano esclusivamente per sostentare le proprie famiglie. Secondo l’Ong, arresti arbitrari, percosse e torture sono all’ordine del giorno.

    “I popoli indigeni sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale. Conoscono le loro terre e ciò che accade su di esse meglio di chiunque altro”, ha detto il direttore generale di Survival, Stephen Corry. “Se vogliamo che la conservazione funzioni, le organizzazioni conservazioniste come il Wwf devono rispettare la legge internazionale e proteggere i diritti dei popoli indigeni sulle loro terre”.

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