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    Hong Kong, arrestato l’editore pro-democrazia Jimmy Lai: “Ha violato la nuova legge sulla sicurezza”. Joshua Wong: “È la fine della libertà stampa”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 10 Ago. 2020 alle 13:31 Aggiornato il 10 Ago. 2020 alle 13:33

    Hong Kong, arrestato il magnate Jimmy Lai: “Ha violato la legge sulla sicurezza”

    Primo fermo eccellente a Hong Kong per la violazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino: nella mattinata di lunedì 10 agosto, infatti, è stato arrestato il magnate pro-democrazia Jimmy Lai Chee-ying. L’editore è stato preso in consegna dalla polizia con l’accusa di sospetta “collusione con forze straniere”, uno dei reati punibili con pene fino all’ergastolo dalla nuova legge entrata in vigore il 30 giugno scorso. L’arresto, le cui immagini sono state pubblicate dal tabloid Apple Daily, di proprietà dello stesso Lai e la cui linea editoriale è marcatamente pro-democrazia e contro Pechino, è avvenuto nell’abitazione dell’imprenditore, a Ho Man Tin, un’area residenziale sulla penisola di Kowloon.

    Subito dopo l’arresto di Lai, gli agenti di polizia hanno compiuto anche un blitz nella sede della Next Digital, il gruppo di proprietà dell’imprenditore, situata nel quartiere di Tseung Kwan O, per “raccogliere prove legate alla violazione della sicurezza nazionale”. Oltre a Lai sono state arrestate altre 8 persone, per un totale di 9 persone fermate finora la cui età varia dai 23 ai 72 anni, con l’accusa di collusione con elementi esterni per mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Tra i fermati, secondo il South China Morning Post, ci sarebbero anche due figli di Lai e due dirigenti della Next Digital.

    Joshua Wong: “La mia vita è a rischio, ho paura di finire in un carcere cinese silenziato per sempre”

    Arrestato il magnate Jimmy Lai, il commento di Joshua Wong: “Il giorno più buio”

    L’arresto del magnate Jimmy Lai è stato commentato anche dall’attivista pro-democrazia e leader del Movimento Demosisto Joshua Wong, il quale ha condannato con forza il fermo dell’imprenditore. “Questa è la fine della libertà stampa e il giorno più buio per i giornalisti” ha scritto Wong sul suo profilo Twitter. “Potete immaginarvi le redazioni del New York Times e Guardian andare incontro a qualcosa come questo?” ha aggiunto Wong in un altro tweet in cui ha postato l’immagine del blitz della polizia nella sede della Next Digital.

    Cosa prevede la nuova legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong

    La nuova norma, di fatto, rende un reato qualsiasi tentativo di minare l’autorità della Cina. Una formulazione volutamente vaga, che non fa altro che allargare la sfera di influenza della polizia e aumentare il numero di fattispecie considerabili reati. Inoltre, prevede che Pechino inserisca nelle istituzioni delle città della regione autonoma alcune agenzie e alcuni funzionari, con ampi poteri di controllo e intervento. Secondo gli analisti, però, la nuova legge sulla sicurezza nazionale potrebbe diventare uno strumento per limitare le libertà politiche e sociali della regione autonoma e per silenziare il dissenso del popolo di Hong Kong. Le pene previste dalla legge per sovversione, sedizione o terrorismo vanno dai tre anni all’ergastolo.

    “Per quella piccola minoranza che mette a rischio la sicurezza nazionale, questa legge sarà una spada che incombe sulle loro teste“, ha sottolineato Luo Huining, direttore dell’Ufficio di collegamento del governo centrale cinese a Hong Kong.

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