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    Guida a tutte le elezioni del mondo nel 2017

    Ecco un elenco, in continuo aggiornamento, sulle consultazioni elettorali che si sono svolte e che si dovranno ancora tenere nel corso dell'anno

    Di Stefano Rizzuti
    Pubblicato il 22 Mag. 2017 alle 10:15 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:55

    Il 2017 si è aperto con l’insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e con l’inizio delle negoziazioni per la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Due eventi – scaturiti dai risultati delle urne nel 2016 – che hanno reso particolarmente significative le elezioni in alcuni paesi europei previste per il 2017.

    Due voti, in particolare, erano visti dagli analisti come una minaccia alla stabilità dell’Unione europea: quello dei Paesi Bassi e quello francese. Entrambe le elezioni si sono concluse con la vittoria del candidato europeista contro i due candidati estremisti e populisti, oltre che contrari all’Ue.

    Ma il 2017 è anche l’anno del referendum che ha consegnato ancora maggior potere nelle mani del presidente turco Recep Erdogan. Quello in cui il Regno Unito è stato chiamato, a sorpresa, al voto dalla premier Theresa May. E, ancora, l’anno della sfida di Martin Schulz alla cancelliera Angela Merkel che corre per un quarto mandato in Germania. E le elezioni non si terranno solo in Europa, ma tutti i continenti sono stati o saranno coinvolti dal ritorno alle urne.

    Qui una guida di tutte le tornate elettorali del 2017, in continuo aggiornamento.

    Dove si è già votato

    5 febbraio – Liechtenstein: Si è votato per il rinnovo del parlamento. Il Partito Progressista dei Cittadini ha ottenuto la maggioranza relativa con il 35 per cento dei consensi.

    8 febbraio – Somalia: Mohamed Abdullahi Mohamed, meglio conosciuto come Farmajo, è stato eletto presidente superando l’attuale capo di Stato Sheikh Mohamud.

    12 febbraio – Turkmenistan: Gurbanguly Berdymuhammedov è stato confermato alla carica di presidente con oltre il 97 per cento dei voti.

    12 febbraio – Svizzera: I cittadini sono stati chiamati a esprimersi su tre quesiti, riguardanti la naturalizzazione degli immigrati di terza generazione (approvata), la creazione di un fondo per le infrastrutture (approvata) e la modifica del sistema fiscale di cui beneficiano le imprese (respinto).

    19 febbraio – Ecuador: Al primo turno delle elezioni presidenziali i più votati sono Lenin Moreno e Guillermo Lasso (andati al ballottaggio). Il voto ha previsto anche il rinnovo del congresso nazionale.

    2 marzo – Irlanda del Nord: Nelle elezioni per l’Assemblea, il Democratic Unionist Party si è affermato, precedendo di pochissimo il Sinn Féin.

    7 marzo – Micronesia: Per le elezioni dell’Assemblea hanno votato meno di 40mila cittadini per assegnare i dieci seggi del congresso.

    15 marzo – Paesi Bassi: In una delle elezioni più attese del 2017 per la minaccia anti-Ue e anti-islam del partito Populista di Geert Wilders, a prevalere è stato invece il premier uscente Mark Rutte, leader del partito liberale, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutte le istituzioni dell’Unione.

    20 marzo – Timor Est: Francisco Guterres ha vinto le elezioni presidenziali con il 57 per cento dei voti, staccando nettamente il secondo più votato, Antonio da Conceicao.

    26 marzo – Bulgaria: Il paese, chiamato alle urne per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, ha scelto Boyko Borissov, leader del partito Conservatore, come futuro premier. Il partito Socialista si è fermato al 27 per cento, cinque punti in meno di quello Conservatore.

    26 marzo – Hong Kong: Carrie Lam è stata eletta governatrice ed è la prima donna a ricoprire questa carica.

    2 aprile – Serbia: Nelle elezioni presidenziali prevale Aleksandar Vucic con il 55 per cento dei voti, riuscendo così a evitare il ballottaggio.

    2 aprile – Armenia: I repubblicani hanno vinto le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale ottenendo circa il 50 per cento dei voti e potendo così formare un governo di coalizione con il partito Dashnaksutyun.

    2 aprile – Ecuador: Nel ballottaggio delle presidenziali prevale il candidato di sinistra Lenin Moreno con il 51 per cento dei voti, contro il rivale conservatore Guillermo Lasso.

    6 aprile – Gambia: Lo United Democratic Party ha ottenuto il 37 per cento dei voti, risultando il partito più votato dai cittadini chiamati alle urne per il rinnovo dell’Assemblea nazionale.

    16 aprile – Turchia: I cittadini votano sì al referendum per il presidenzialismo voluto dal presidente Erdogan. Il margine è minimo (51 a 49 per cento) e la fazione del no denuncia brogli nel paese, ritenuti decisivi ai fini del risultato finale.

    23 aprile – Francia: Al primo turno delle presidenziali francesi si afferma Emmanuel Macron, con il 24 per cento dei voti. Con lui al ballottaggio ci va la leader del Front National, Marine Le Pen, con il 21 per cento dei consensi. Per la prima volta nella storia della quinta Repubblica il presidente francese non sarà espressione del partito Repubblicano e Socialista. Fillon (repubblicano) si ferma al 20 per cento, sorprende il candidato della sinistra radicale Melenchon (19 per cento), delude il socialista Hamon (6 per cento).

    4 maggio – Algeria: Il Fronte di liberazione nazionale di Abdelaziz Bouteflika si è affermato nelle elezioni legislative.

    6 maggio – Niue: Con il voto sono stati assegnati i 14 seggi parlamentari. Quattordici nelle circoscrizioni elettorali e sei seggi su base nazionale. Tra questi ultimi, i più votati sono risultati essere O’Love Jacobsen, Terry Coe e Toke Talagi.

    7 maggio – Francia: Emmanuel Macron viene eletto presidente. Al ballottaggio il candidato del movimento indipendente En Marche! si afferma con un netto 66 per cento contro la leader del Front National Marine Le Pen.

    9 maggio – Corea del Sud: Moon Jae-in, candidato del partito Democratico, vince le elezioni con il 41 per cento dei voti e viene eletto presidente.

    10 maggio – Bahamas: Nelle elezioni per il rinnovo del parlamento si è affermata l’opposizione del Free National Movement guidato da Hubert Minnis, che ha sconfitto il partito di governo guidato dal primo ministro Perry Christie.

    19 maggio – Iran: Il riformista Hassan Rouhani si è riconfermato alla guida del paese sconfiggendo il candidato conservatore Ebrahim Raisi nella corsa alla presidenza.

    24 maggio – Isole Cayman: Nelle elezioni dell’arcipelago caraibico sotto la sovranità britannica sono stati assegnati 19 seggi parlamentari. Il Movimento Popolare Progressista del premier Alden McLaughlin, in carica dal 2013, rimane il primo partito del paese, con il 31 per cento dei voti e sette seggi. Ma perde la maggioranza assoluta in parlamento.

    3 giugno – Lesotho: Nella terza elezione in tre anni per il rinnovo dell’assemblea nazionale, il partito del primo ministro Thomas Thabane ha sconfitto il rivale Pakalitha Mosisili. Thabane ha vinto 48 degli 80 seggi.

    3 giugno – Malta: Nelle elezioni legislative anticipate il laborista Joseph Muscat si aggiudica la vittoria con il 55 per cento dei voti. 

    8 giugno – Regno Unito: Il partito conservatore della premier Theresa May ha perso la maggioranza dei seggi alla Camera dei comuni, ottenendo 316 seggi. Ottimo risultato dei Laburisti che ottengono 261 seggi.

    11/18 giugno – Francia: Dopo le elezioni presidenziali, i cittadini francesi sono stati chiamati a votare per il rinnovo del parlamento. Il movimento del presidente Emmanuel Macron, Republique en Marche, insieme ai suoi alleati, ha raggiunto in tutto 350 dei 577 seggi in palio, ottenendo così una larga maggioranza.

    18 giugno – Albania: Si sono tenute le elezioni politiche in un clima particolarmente teso. I 23 partiti dell’opposizione di centrodestra avevano inizialmente minacciato di non partecipare alla competizione elettorale, con manifestazioni nel paese che vanno avanti da mesi contro il premier di centrosinistra Edi Rama. Alla fine si è trovato un accordo per svolgere le elezioni con tutti i partecipanti. La competizione elettorale è stata alla fine vinta dai socialisti del premier Edi Rama, che ha ottenuto 74 seggi su 140.

    24 giugno – Papua Nuova Guinea: Con le elezioni parlamentari Peter O’Neill del People’s National Congress è diventato il nuovo primo ministro, succedendo a Michael Somare che più volte aveva ricoperto l’incarico dal 1975 ai oggi.

    26 giugno – Mongolia: Il primo turno delle elezioni ha visto arrivare in testa Khaltmaagiin Battulga del Partito Democratico, senza però raggiungere la maggioranza necessaria per essere eletto. Al ballottaggio dovrà vedersela con Miyeegombyn Enkhbold del Partito del Popolo Mongolo.

    22 luglio – Timor Est: Si è votato per eleggere il secondo parlamento nella storia del piccolo paese asiatico, indipendente dal 2002 dopo una lunga occupazione indonesiana. Il Fronte rivoluzionario per Timor Est indipendente (Fretelin), ex movimento di guerriglia indipendentista trasformatosi in partito politico, e il Congresso nazionale per la ricostruzione timorese (Cnrt) sono pronti a formare una coalizione di governo.

    Dove si voterà

    29 luglio – Gabon: Si tengono le elezioni legislative nel paese, dopo il rinvio a fine 2016 a causa della penuria di denaro e della mancanza dei fondi necessari.

    30 luglio – Senegal: Dopo la riforma del sistema elettorale, per la prima volta verranno eletti 165 (e non più 150) esponenti del parlamento: 15 posti saranno riservati ai senegalesi residenti all’estero.

    4 agosto – Ruanda: Nelle elezioni presidenziali si sfideranno il presidente uscente Paul Kagame, il candidato indipendente Phillipe Mpayimana, la 35enne Diane Shima Rwigara e il leader dei Verdi Frank Habienza.

    8 agosto – Kenya: Si prospetta un voto molto equilibrato per l’elezione del presidente. Il sistema elettorale prevede il ballottaggio nel caso in cui il candidato più votato non abbia raggiunto il 50 per cento dei voti al primo turno.

    23 agosto – Angola: Dopo 38 anni di governo il presidente José Eduardo dos Santos non si ricandiderà in occasione delle elezioni generali nel paese. Per le elezioni del nuovo presidente il suo candidato sarà l’attuale ministro della Difesa João Lourenço.

    11 settembre – Norvegia: Si vota per il rinnovo del parlamento. Le elezioni del 2013 hanno visto l’affermazione dei Conservatori che hanno governato insieme al Progress Party, con Erna Solberg come primo ministro.

    17 settembre – Macao: Si vota per l’elezione dei 33 membri del parlamento.

    23 settembre – Nuova Zelanda: I cittadini sono chiamati al voto per il rinnovo dell’assemblea legislativa. Il National Party cerca la quarta affermazione di seguito, i laboristi sono gli avversari più accreditati.

    24 settembre – Germania: Si eleggono i deputati del Bundestag, il ramo elettivo del parlamento. La sfida è tra la Cdu della attuale cancelliera Angela Merkel, in cerca del quarto mandato consecutivo, e l’Spd guidato dall’ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.

    10 ottobre – Liberia: Doppia elezione nel paese chiamato a votare nella stessa giornata per il presidente e per il rinnovo della Camera dei rappresentanti. Tra i candidati c’è anche l’ex calciatore del Milan George Weah, al suo secondo tentativo elettorale.

    15 ottobre – Austria: Si vota per le elezioni parlamentari, il leader della coalizione vincente ricopre il ruolo di cancelliere. La sfida sembra essere tra il conservatore Sebastian Kurz e l’attuale cancelliere socialdemocratico Christian Kern, con la minaccia dell’estrema destra.

    20/21 ottobre – Repubblica Ceca: Con le elezioni legislative viene indicato anche il primo ministro. In base ai sondaggi il favorito è il movimento centrista Ano guidato da Andrej Babis.

    19 novembre – Cile: Si vota per il rinnovo del Senato e della Camera dei deputati e per l’elezione del presidente. Il favorito è il miliardario conservatore Sebastián Piñera; suo principale avversario sembra essere l’ex senatore di sinistra Alejandro Guillier.

    19 novembre – Kirghizistan: Si vota per le elezioni presidenziali. Il vincente ricoprirà il mandato per sei anni, ma non potrà poi ricandidarsi.

    26 novembre – Honduras: Si elegge il presidente e il Congresso nazionale. Il presidente uscente Juan Orlando Hernandez, esponente del National Party, verrà sfidato dai candidati di Liberal Party, Libre e Pac.

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