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    Guerra in Ucraina, il premier slovacco Fico: “A Kiev non c’è la guerra”

    Affermazioni che hanno scatenato molte polemiche in Ucraina, dove nelle stesse ore i raid russi sulla capitale provocavano una ventina di feriti

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 24 Gen. 2024 alle 16:00 Aggiornato il 24 Gen. 2024 alle 16:05

    La guerra in Ucraina è “localizzata” solo in certe regioni, mentre nella capitale Kiev si conduce “una vita assolutamente normale”. Queste dichiarazioni del primo ministro della Slovacchia, Robert Fico, hanno sollevato non poche polemiche in Ucraina, dove oggi ha incontrato il suo omologo Denys Shmyhal, che invece ha cercato di smorzare i toni.

    “Pensi davvero che ci sia la guerra a Kiev?”, ha detto ieri Fico rispondendo alla domanda di un giornalista in conferenza stampa. “Stai scherzando, per favore, spero che tu non sia serio. In città si conduce una vita normale, una vita assolutamente normale”.

    Affermazioni che hanno scatenato la reazione di molti commentatori, in primis in Ucraina, dove una nuova offensiva aerea russa contro le città di Kharkiv e Kiev ha causato proprio ieri almeno 4 morti e una quarantina di feriti, di cui una ventina solo nella capitale.

    Dall’inizio della guerra nel febbraio del 2022, secondo l’agenzia di stampa Reuters, l’allarme antiaereo è risuonato a Kiev almeno 967 volte ed è rimasto attivo per un totale di 1.133 ore durante le quali il trasporto cittadino è stato interrotto e la popolazione è stata invitata a mettersi al riparo nella metropolitana e in altri rifugi sotterranei, persino nelle cantine.

    “Lasciate che vi racconti una giornata a Kiev”, ha scritto ieri su X (Twitter) il deputato ucraino Oleksiy Goncharenko. “Oggi tutti si sono svegliati alle 5:43 perché è scattato l’allarme aereo. E poi un’ora dopo si sono sentite le prime esplosioni”.

    L’allerta, ha proseguito, è terminata intorno alle 8:00 ma le sirene hanno risuonato più volte nel corso della giornata. “A volte segnalavano la minaccia di un attacco missilistico, altre il decollo di un bombardiere. Com’è iniziata invece la giornata a Bratislava? Probabilmente non con il rumore dei missili russi”.

    Ma anche altri utenti hanno criticato il premier slovacco. “E noi che pensavamo che (il primo ministro ungherese Viktor) Orban fosse un radicale filo-Putin”, ha aggiunto su X (Twitter) l’imprenditrice estone di origine ucraina, Jaanika Merilo. “Semplicemente non avevamo visto il primo ministro slovacco Fico”. “A nome del mio Paese (la Slovacchia) e dei miei concittadini, vorrei scusarmi con tutti gli ucraini”, ha aggiunto (sempre su X) l’assistente parlamentare slovacca all’Eurocamera Laura Heymans Trimaj, “Lui non ci rappresenta. È un codardo”. 

    Il premier non è nuovo a dichiarazioni simili. Durante la campagna elettorale che a ottobre lo ha portato al governo, aveva promesso di “non spedire un solo altro proiettile in Ucraina”. Da quando è entrato in carica ha mantenuto le promesse, ribadendo al suo primo vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue che Bratislava non avrebbe appoggiato l’invio di ulteriori aiuti militari a Kiev né l’imposizione di altre sanzioni contro la Russia.

    In settimana, Fico ha anche confermato la contrarietà slovacca all’adesione dell’Ucraina alla Nato perché non significherebbe “nient’altro che porre le basi per la terza guerra mondiale”. Secondo il premier inoltre, Kiev dovrebbe cedere a Mosca parte del territorio tuttora occupato dai russi per mettere fine alle ostilità.

    Malgrado le divergenze però, Fico ha incontrato oggi il premier ucraino Denys Shmyhal nella città di Uzhhorod, nell’Ucraina occidentale. Mettendo da parte le dichiarazioni di ieri, il capo del governo di Kiev ha annunciato la volontà di “aprire una nuova pagina” nelle relazioni bilaterali, dicendosi d’accordo con il suo omologo slovacco su una politica di “nuovo pragmatismo”.

    “Nonostante tutte le sfide politiche, stiamo sviluppando una politica di ‘nuovo pragmatismo’ nelle nostre relazioni”, ha detto Shmyhal, secondo cui i due premier hanno raggiunto un accordo che consentirà all’Ucraina di acquistare armi e attrezzature militari direttamente dalle aziende slovacche, senza l’intervento del governo di Bratislava, che non interferirà con il programma Ukraine Facility, che prevede la fornitura di 50 miliardi di euro da parte dell’Unione europea a Kiev.

    Da parte sua, Fico ha assunto toni più concilianti assicurando che l’Ucraina ha il “pieno sostegno” della Slovacchia per soddisfare le sue “aspirazioni di integrazione europea”.

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