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    Ucraina: che cos’è il modello di neutralità di Austria e Svezia chiesto dalla Russia

    Di Almerico Bartoli
    Pubblicato il 17 Mar. 2022 alle 11:27

    Guerra Ucraina: che cos’è il modello di neutralità di Austria e Svezia

    Mercoledì il Cremlino ha chiesto a Kiev di adottare uno status di neutralità simile a quello di Austria e Svezia, definendolo come un “compromesso” sul tavolo dei negoziati, mentre i due Paesi continuano a scontrarsi a tre settimane dall’invasione della Russia in Ucraina.

    Zelensky con il presidente austriaco Van der Bellen durante una visita di Stato nel settembre 2020.

    Kiev ha tuttavia rifiutato la proposta, sostenendo che i colloqui con Mosca per mettere fine ai combattimenti dovranno incentrarsi su maggiori “garanzie di sicurezza.”

    Come sarebbe il modello della “neutralità austriaca” in Ucraina

    In Austria la politica di neutralità fu imposta dall’Unione Sovietica come prezzo per porre fine all’occupazione post-bellica degli Alleati nel Paese e il 26 ottobre 1955 fu promulgata a Vienna la dichiarazione di neutralità. Si tratta di una legge fondamentale dello Stato che sancisce l’impegno perpetuo a rimanere fuori da qualsiasi conflitto, a non aderire ad alleanze militari e a non ospitare sul territorio nazionale basi militari straniere.

    L’Austria ha sfruttato il proprio status per ospitare incontri internazionali di alto profilo, come durante i colloqui tra il presidente USA John F. Kennedy il leader sovietico Nikita Kruschev nel 1961 e tra i loro successori Jimmy Carter e Leonid Brezhnev nel 1979. Ad ogni modo, con la fine della Guerra Fredda, l’Austria è entrata progressivamente nella sfera d’influenza dell’Occidente, unendosi all’Unione europea nel 1995 e prendendo parte alla politica europea di sicurezza e di difesa adottata Lisbona nel trattato del 2009.

    L’Austria sostiene che la sua neutralità non le impedisce di condannare le violazioni del diritto internazionale e ha condannato l’invasione dell’Ucraina. Diverse figure militari sono a favore degli investimenti nella difesa, una posizione sostenuta anche dall’opinione pubblica austriaca in un recente sondaggio. Il governo dell’Austria – guidato dall’ex soldato Karl Nehammer – ha dichiarato che intende aumentare dell’1% la spesa militare per essere alla pari con la vicina Svizzera.

    Nehammer ha tuttavia negato di voler apportare qualsiasi modifica allo status ufficiale di neutralità del Paese. Secondo un ultimo sondaggio, nonostante la guerra quattro austriaci su cinque sono contrari all’idea di unirsi alla Nato.

    Il modello svedese

    Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, la Svezia invece era già neutrale da oltre un secolo, più precisamente dalla fine delle guerre napoleoniche, e non prese parte al conflitto. Il Paese ha ribadito la sua posizione nel 1949, quando Stoccolma si rifiutò di entrare nella Nato.

    Per il diritto internazionale la Svezia si è impegnata a una “neutralità convenzionale,” diversa da una neutralità permanente. Come membro dell’Unione europea aderisce alle politiche di sicurezza e difesa e le truppe svedesi – assieme a quelle di Finlandia, Norvegia, Estonia e Irlanda – parteicpano al battaglione nordico.

    Con l’aumento dell’attivismo militare russo il Paese ha aumentato la spesa militare e rafforzato i dispositivi di difesa dell’isola strategica di Gotland, nel mar Baltico. Dopo l’invasione della Russia in Ucraina e in seguito all’invio di armi a Kiev, il dibattito sull’adesione della Svezia all’Alleanza Atlantica ha ripreso quota.

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